La Roma, dopo la bruciante eliminazione in Champions League, continua il suo cammino in campionato con la sfida sul campo dell'Udinese in programma per domani alle ore 15:00. Il tecnico della squadra capitolina, Luciano Spalletti, è intervenuto in conferenza stampa per presentare la sfida in arrivo in campionato, e vogliamo rivivere tutte le sue dichiarazioni, a iniziare da una risposta alla richiesta sul bilancio degli assenti: "Szczesny sta bene, Rudiger e Gyomber sono ancora k.o. Vanno valutate le condizioni di Pjanic, perché è stato costretto ad uscire durante l'allenamento. Non ci sono problemi invece per Nainggolan e De Rossi, mentre anche per Manolas, che ieri si è allenato bene, dobbiamo aspettare la rifinitura di oggi".

Sulla partita in arrivo, la strategia da utilizzare: "Le difficoltà sono molto, conosce bene l'ambiente dell'Udinese. I bianconeri sono tranquilli e vivono in un oasi felice: da un lato può portare benefici, dall'altro può mancare la pressione della piazza. Hanno ottimi giocatori, la squadra è discreta: bisogna vedere se riescono a sopperire attraverso la qualità al momento no che hanno. Noi dobbiamo essere bravi e provare a vincere la gara con il nostro calcio".

Qualche parola riguardo a Dzeko e la possibilità di avere tre punte dietro a quest'ultimo: "Le tre punte dietro a Edin è una soluzione che si può usare; riguardo a lui mi aspetto che venga a pregarmi per riavere la maglia, le motivazione deve averle per forza. Il più grande regalo da parte mia è la maglia da titolare, lui farà vedere le sue qualità e saprà reagire a quello che è successo. Io devo solo ridargli la maglia".

Come sta Strootman? "E' nelle condizioni di essere usato".

Una domanda riguardo al futuro di questa squadra in questa stagione: "Noi abbiamo bisogno di un risultato per guardare a quello che sarà il futuro, dobbiamo essere tutti concentrati sul nostro obiettivo. Il decorso di queste partite può cambiare molto, e questo cambiamento può essere usato nei nostri confronti. Il nostro futuro è adesso, dobbiamo impegnarci nelle prossime 10 partite. Il resto viene dopo".

I difetti che questa squadra ha tatticamente e il conseguente modulo previsto per il futuro: "Recuperiamo tanti palloni è vero, la conseguenza naturale sono i maggiori falli. Per quanto riguarda le palle perse, è sicuramente un fattore che deve diminuire. Dobbiamo migliorare, serve un po' più di cattiveria. Guardiamo sempre a noi stessi, al nostro marchio, al nostro timbro di squadra. Provo a mettere in campo una forza in grado di gestire la partita e di portarla a casa".

Riguardo a James Pallotta: "Pallotta è venuto qua, ci ha trasmesso il suo entusiasmo e la sua voglia di portare a casa gli obiettivi: io non volevo altro e non mi aspetto altro".

Infine, a cosa era dovuta quella forte reazione dopo l'eliminazione di Madrid? La risposta: "Il mio discorso era che doveva essere più forte il dispiacere del non risultato che la consolazione dei complimenti che ci avrebbero fatto. La squadra, in un secondo momento, va portata in superficie per quello che ha fatto di buono, la squadra ha fatto accadere delle cose, ma questo deve avvenire in un secondo momento. In un primo momento non bisogna passare da quel discorso, è quell'interpretazione di cui avevo paura prima. Quella era la scorciatoia per arrivare, e poi il fatto di spaccare o non spaccare mi piace poco, la spaccate voi quando dite che questo non deve più giocare. I calciatori, nel tentativo di fare le cose, a volte sbagliano. Penso a un discorso mentale, l'evidenza ha detto che quando fai queste occasioni e non le porti a casa è segno che non sei così cattivo da dire di sfruttarle. Sembra di dover puntare il dito su chi ha sbagliato. Alcuni miei giocatori dicevano che più non si poteva fare, ma non chi ha sbagliato le occasioni. Sembra quasi che si vuole trovare il colpevole della partita non portata a casa. Abbiamo preso dei gol evitabili, il centrocampo deve dare un aiuto, deve soffocare la loro ripartenza. Questo fatto involontario di fare i complimenti per le occasioni avute è un dare colpe a chi le ha sbagliate, è un sollevarsi. Magari preparando meglio l'azione si faceva gol, non mi piaceva questo tipo di reazione. Si va su quello che deve essere il dispiacere dell'occasione persa, ora è tutto più faticoso ritrovare quelle partite, se la possibilità fosse di rigiocarla ora sarebbe tutta un'altra cosa, ma bisognava riuscire a non avere prima quel dubbio. Quando ci sono capitate le occasioni sembravamo non pronti, non spacco niente. Ora si riportano in superficie queste occasioni e si ridà la maglia a Dzeko, me l'avete preparata voi la reazione. Dzeko gioca".