“È la dura legge del gol, fai un gran bel gioco però se non hai difesa gli altri segnano e poi vincono. Loro stanno chiusi ma alla prima opportunità salgon subito e la buttan dentro a noi”.
Non è un'intervista raccolta nel post gara a qualche protagonista del match, ma poco ci manca. Ripartendo dal testo di Max Pezzali, c'è la chiave, in parte, di Roma-Real.
BEL GIOCO - Chi l'avrebbe detto. Nel primo tempo la Roma aggredisce gli spazi, si ritaglia occasioni non preziosissime ma che comunque spostano il fulcro del gioco nella metà campo avversaria. Il Real tiene il controllo, per alcuni tratti impone un buon ritmo, ma quando arriva ai 16 mt giallorossi non trova spazio. Unico tiro quello di Marcelo. D'altro canto la Roma non è perfetta in zona gol con El Shaarawy che non concretizza una buona occasione. Da subito comunque s'intravede la ripresa fisica ormai al completo di Salah, un incubo per Marcelo o Ramos. Nella seconda frazione chi si aspettava una crisi fisica e mentale Roma resta basito. Fino al 93' la Roma spinge e tenta i colpi, ma paga- va detto- l'imprecisione (3 occasioni nitide) e...alcuni svarioni arbitrali da lapis rosso. Kralovec indirizza il match a favore degli uomini di Zidane.
DIFESA - dire di non averla, ad oggi, sarebbe bestemmiare. Manolas è un muro perfetto. Il gol di Ronaldo, che al 57' cambia l'inerzia del match, è frutto di un gioco di gambe che afferisce solo alla spontanea classe del talento portoghese, che è cinico nello sfruttare una deviazione di Florenzi, che per tutto il match marca l'ex pallone d'oro con precisione, forse rinculando un po' troppo in alcune circostanze. Dall'altro lato Digne non è da meno. Bella prova.
GLI ALTRI SEGNANO E VINCONO - Qui, forse, la chiave. Nonostante gli applausi a scena aperta da fare a questa Roma (certificati anche dai 50000 dell'Olimpico), a stringere è il Real che fa "game-set-match", dato che per passare il turno la Roma dovrebbe fare almeno 0-2 a Madrid, sperando nei rigori. Impensabile. Vince, oltre agli accenati orrori arbitrali, il cinismo di chi mette, davanti ad una serata molto più complicata del previsto, l'esperienza europea come pedigree indispensabile.
SALGON SUBITO - Delle ripartenze Real abbiamo detto. Vediamo l'unica grande "ripartenza" della Roma: è quella del corso 2.0 di Luciano Spalletti, ormai da un mese e più nella capitale, ambientato e deciso. La Roma è completamente cambiata. La Roma è mutata, come inevitabile, d'aspetto in campo, ma soprattutto caratterialmente. "Proveremo a fare qualcosa contro un armata invincibile", le parole di Rudi Garcia a margine di Barcellona-Roma. "Siamo al 50-50, non mi stupirei se passassimo il turno" quelle del toscano: una metamorfosi di passione, un cambio di vesititi, da comparsa a protagonista. E se il risultato non cambia, ben diverse, però, sono le sensazioni dei tifosi: chapeau Roma, Je-Se-rata ingiusta.
LE PAGELLE
Szczesny 6 poteva far qualcosa in più sul secondo gol, ma forse è chiedere troppo. Per il resto poco impegnato, il che è tutto dire.
Digne 6 non spinge quanto dovrebbe per paura di perdersi l'uomo. Sbaglia 2 traversoni semplici. Rivedibile.
Manolas 7 un muro invalicabile. Perfetto, e poco da aggiungere.
Rudiger 6,5 chi si aspettava un match di sofferenza rimane stutpito. Il tedesco cresce e conferma i progressi. Bene.
Florenzi 6,5 c'è sempre, in tutto il campo. Solo in una circostanza lascia 20 cm a Ronaldo, che lo beffa. Totti sv.
Pjanic 5 non si trova, vorrebbe salire di più ma è relegato. Assente per troppo tempo dai tatticismi giallorossi.
Vainquer 6,5 è molto positivo, sia dietro che avanti, non come altre volte. Sfiora il gol con un siluro che avrebbe buttato giù l'Olimpico dalla gioia. De Rossi sv
Salah 6,5 corre, smania, è perfetto nell'1v1, ma sotto porta spreca almeno 2 gol netti. Impreciso. Eppure che velocità, davvero imprendibile.
Nainggolan 6 non sfrutta tanti possessi, cercando di liberarsi subito del pallone in più occasioni. Emozionato. Dietro comunque non sbaglia quando c'è da recuperare palloni, immolandosi almeno in 2 occasioni per far ripartire la squadra.
El Shaarawy 6 titolare a sopresa, ma con merito, almeno nel primo tempo. Fallisce un gol, si procura un rigore netto non fischiato, poi esce tra gli applausi. Dzeko 5,5 protegge bene il pallone, ma entra a partita inidirizzata. Sbaglia un gol che "avremmo fatto anche noi" solo apparentemente: era in realtà complicato arpionare il pallone, lo controlla bene e poi il disturno perfetto di Ramos lo sbilancia.
Perotti 6 poteva far meglio, nei primi minuti indiavolato, poi in netto calo. Ma quando parte in dribblig, eccezion fatta per difese esperte come quella del Real e di poche altre, non ce n'è.
All Spalletti 6,5 prepara il match come dovuto, con 11 uomini strigliati alla grande. Non ha cambi, e lo sa, dunque si arrende al cinismo Real, ma solo dopo i colpi Ronaldo-Jese.
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Real: Navas 6, Ramos 7, Carvajal 6,5, Marcelo 6,5, Varane 6, Modric 6, Kroos 6, Isco 6, James 6 (Jese sv), Benzema 6, Ronaldo 6,5 (Casemiro sv). All Zidane 7.
Arbitro Kralovec 4