Dopo le prime difficoltà affrontate contro Hellas e Juventus, la Roma di Luciano Spalletti sembra aver voltato pagina: il tecnico toscano è reduce, assieme alla sua squadra, da due brillanti vittorie (Frosinone meno, Sassuolo decisamente di più) e, domani sera, andrà a caccia di un tris che rafforzerebbe ancor di più la nuova candidatura dei giallorossi al terzo posto. Spalletti ci crede e, in conferenza stampa, si è soffermato molto sulle possibilità di tris e di Champions League.
L'analisi del tecnico inizia dal punto della situazione degli infortunati, partendo da Florenzi e Digne per chiudere con De Rossi e Dzeko: "Bisogna valutarle bene oggi. Ci sono stati dei miglioramenti importanti per quanto riguarda Florenzi e Digne che si sono allenati ad alti ritmi per tutto l'allenamento. Dzeko va rivisto oggi, perché ieri si è allenato a parte. De Rossi invece è rimasto a ieri che ha fatto solo cure, ha ancora problemi. Ne parleremo dopo il briefing post allenamento". Chi invece sta tornando dall'infortuno è Strootman, che ieri ha giocato la sfida con la Primavera: "Strootman ha fatto vedere ieri quali sono le sue qualità, è sulla strada giusta. A risultato acquisito ha fatto cose che mi sono piaciute tanto: è andato su un paio di contrasti, è andato a prolungare la barriera. Un campione a volte non fa le cose di contorno e questo è un aspetto fondamentale. E' una persona straordinaria".
Sull'assenza di Nainggolan per squalifica, il toscano vaglia la possibilità di schierare Florenzi, Perotti e Salah, ma non solo: "Potrebbe esserci anche Vainqueur, che ha caratteristiche simili. Abbiamo anche altre soluzioni, perché poi dobbiamo sempre tener conto degli sviluppi delle situazioni a livello medico. Bisogna osservare l'allenamento di oggi, ma Florenzi è da tenere in considerazione, così come Iago Falque che può fare quel ruolo lì. Abbiamo qualità e numeri in quella zona del campo, non è facile e bisogna scegliere bene".
Parole al miele, successivamente, per quanto riguarda il rivale di domani: "Di Montella mi colpisce la qualità del tecnico, dell'equilibrio con cui sta in campo. Tutti hanno apprezzato il suo lavoro nella Roma dei bambini, poi nella prima squadra: ha fatto tutte le tappe che un allenatore forte, per formarsi, deve fare. Ha dimostrato il suo valore, nonostante i numerosi dubbi. E' andato a Catania e ha fatto vedere il suo valore, così come a Firenze. E' arrivato nelle primissime posizioni in campionato, percui sa fare il suo mestiere: è un ragazzo intelligente e vuole andare avanti per migliorarsi e imparare, avrà un futuro importante. Affronteremo una Sampdoria agguerrita".
Spalletti torna inoltre sulla vittoria di Sassuolo, ottenuta senza l'utilizzo del centravanti puro: "Avevamo due punte, ed entrambe hanno segnato. Hanno fatto un lavoro particolare tutti. Non è tanto chi fa gol e dove gioca, ma è il lavoro che produce la squadra intera, l'interpretazione degli individui, delle qualità che mettono in campo i giocatori, che porta alla vittoria. Il contributo importante lo danno tutti, quelli che corrono soprattutto. Non a caso Perotti è quello che ha corso di più in tutta la gara, così come Magnanelli per loro. E' il lavoro della squadra che valuto, non solo quello che poi emerge perché realizza".
Sulla difficoltà, in casa, di giocare senza l'apporto del pubblico, Spalletti analizza la questione con lucidità disarmante: "All'estero si tende di più a fare 'viva, viva' piuttosto che fare 'abbasso, abbasso'. Chiaro che si possa subire meno questa pressione di risultati. Chiamandoci Roma siamo costretti ad avere la responsabilità di esser quelli che devono andare a fare risultato ovunque. Abbiamo un privilegio di vestire questa maglia, che è anche una responsabilità. Credo che se si aiutano i calciatori, certamente è meglio, ma si deve smettere di pensare all'ambiente difficile: proviamo a costruire uno stile Roma. All'estero mi conoscevano per quello che ho fatto qua, proviamo a dare ai bambini questa mentalità".
Dalle prima due gare, contro Verona e Juventus, a quelle vinte contro Frosinone e Sassuolo l'aspetto che è cambiato della Roma sembra essere quello delle palle perse e recuperato. Questo il parere del mister giallorosso: "I ragazzi lavorano nella maniera corretta. I dati di cui si parla sono corretti da prendere in esame, ma ancor più importanti sono quelli delle palle recuperate, piuttosto che del possesso palla, che è effimero. Non funziona quel dato lì, piuttosto questo: per avere il predominio, dobbiamo crescere sulle palle recuperate. Poi abbiamo anche diminuito la perdita di palla quando fraseggiamo, anche nello stretto: è dipeso anche dalla tranquillità della squadra. Tutti hanno partecipato ad arrivare a questo dato, ed è importante".
Un pensiero più approfondito viene dedicato anche a Szczesny, che negli ultimi giorni ha guardato molto alle vicende dell'Arsenal: "Secondo me se uno ha delle ammirazioni e ce le dice, è meglio perché sappiamo il suo pensiero. Il problema è se pensasse ad un'altra situazione e non fornirebbe il suo contributo. E' un ragazzo intelligente che ha, per un portiere, una qualità incredibile: la freddezza. Sembra fin troppo rilassato a volte, ma è il carattere che il portiere vero dovrebbe avere. Mi piace tanto. E' inoltre bravo a giocare con i piedi ed è fondamentale per le squadre che danno il via alla manovra dal basso: lui lo sa fare molto bene".
Infine, la chiosa riguarda Maicon, Keita e Dzeko: "Per Maicon e Keita il discorso è da valutare, perché venivano da un periodo di inattività ed hanno giocato alcune gare che gli hanno permesso di recuperare condizione. Dzeko viene servito male, punto. Lo dobbiamo sostenere di più e servire meglio: non solo andando sul fondo. Lui si predispone bene per ricevere i passanti dal fondo, ma c'è altro: fisicamente è una belva, quando hai giocatori con queste qualità, si deve predisporre un gruppo di calciatori che iniziano l'azione dove la prende lui. E' un aspetto che si organizza e che faremo: dobbiamo trovare la strada per farlo sentire dentro il nostro gioco".