Sulla buona strada. I segnali positivi, per questa Roma, ci sono tutti, vanno individuati e finalmente evidenziati per costruire qualcosa di grande. Lo sa bene Spalletti: vittoria chiama vittoria, serenità chiama gioco pulito e voglia di far bene. Il primo tempo di Reggio Emilia è dunque unito con un filo rosso con il secondo casalingo contro il Frosinone. E' lì che la Roma ha messo la seconda marcia e ha deciso di voler iniziare finalmente a giocare un calcio bello e divertente, dopo 3 mesi di influenza inguaribile. Ed ecco che quando la Roma ingrana, la sensazione è quella di poter schiacciare chiunque, ma il virus è ancora latente, dunque molte negatività vengono alla ribalta.
Poi succede che una volta gira come deve, e arrivano i tre punti. Non va come sempre, al Mapei Stadium: il rigore di Berardi è alto. La Roma respira, tre punti pesanti. Ma soprattutto il ritrovamento, ancora parziale, di Salah. Diciamo ritrovamento perché quello che è il "Faraone", il "Messi d'Egitto", per larghi tratti di dicembre e gennaio era sembrato a tutti una Mummia. Ecco che nascosto tra le bende invece c'è il solito talento, che tira fuori un colpo da Alto Egitto. A chiuderla, nemmeno fossimo davvero nella terra dei faraoni, l'altro egiziano (che con lo stato del Nordafrica non ha molto a che fare, essendo italiano doc, ma le origini parlano chiaro): El Shaarawy. Avevamo parlato di "voglia di fare", voglia di Nazionale. Beh, ad oggi questa voglia sembra confermata e anche di più. 2 reti in 2 presenze. Due ottime reti, di fattura notevole. Con Dzeko impegnato a coccolare la nuova arrivata, Una, c'è il Faraone di Savona a far sognare la Roma. Capitolo simile per l'altro nei acquisto: Perotti. Ancora molto è il lavoro che aspetta l'ex Genoa, che sarebbe dovuto arrivare già al secondo giorno di mercato, ma i presupposti sono buoni e la voglia c'è: come per El Shaarawy, d'altronde, il discorso è quello relativo all'importanza della piazza. L'occasione per farsi notare, ora c'è, per entrambi. E la stanno già sfruttando.
Si fanno notare, e sarebbe ingiusto non dirlo, anche i meno offensivi, per crescita e adattamento. Forse la difesa a tre non è l'aspirazione di Spalletti, che ora la usa per necessità, che sta quasi diventando una virtù: Rudiger è in crescita, De Rossi (che dovrebbe scendere in campo regolarmente contro la Samp) è finalemente il leader centrale che serviva, Manolas ormai lo conosciamo. E Zukanovic, in silenzio, sta facendo vedere di essere un giocatore di tutto rispetto, considerate le cifre in campo. Anche Ferrero, infatti, ha parlato di cessione "a due soldi", ammettendo l'errore di aver ceduto alla Roma una pedina non proprio di rincalzo. La consacrazione di Sczescny, infine, sembra arrivata. Il portiere delle prime battute di questo campionato sembra tornato, i segnali sono buoni.
E non abbiamo parlato di centrocampo, non abbiamo parlato del fenomeno che scalda i motori: Strootman...: la Roma c'è, occhio!