Dopo il pareggio deludente contro il Verona, si possono già dedurre i primi aggiustamenti tattici apportati da Spalletti all'undici giallorosso, reduce da 3 anni di integralismo francese; in particolare il ritorno allo storico 4-2-3-1, con una punta di novità rappresentata dalle diverse prove di retroguardia  a tre. Il modulo del toscano può poi mutare in corsa a seconda delle necessità in 3-4-1-2 o 4-4-2.

Prima di passare ai singoli è opportuno anche analizzare due chiavi tattiche fondamentali che porta l'ex Zenit: in primo luogo il possesso palla (69% col Verona) torna fondamentale e sostituisce il lancio lungo tipico di Garcia; in secondo luogo vengono limitati gli uno contro uno degli esterni a favore di una maggiore circolazione di palla verso la prima punta, sacrificata dal tecnico transalpino in nome delle frecce laterali. 

DE ROSSI- Il centrocampista di Ostia con Spalletti si libera del fardello di difensore aggiunto di questi ultimi anni e torna ad essere un centrocampista libero di offendere, con pressing alto, inserimenti e tiri dalla distanza. Non è un caso che il giocatore contro il Verona sia stato uno dei migliori dei suoi e che nella precedente gestione Spalletti abbia segnato metà dei suoi gol in Serie A.

NAINGGOLAN- Contro il Verona si è visto il giocatore belga ricoprire  un ruolo alla Perrotta (per ricordare la "vecchia" Roma) ovvero quello di trequartista centrale con licenza di inserimento. Il Ninja è sicuramente il giocatore più adatto a questo ruolo, grazie alle sue qualità di calcio e di enorme dinamismo; non è un caso che contro il Verona abbia già trovato il gol

CASTAN- Prestazione a parte, l'idea di Spalletti è quella di rinunciare a Rudiger e ai suoi piedi ruvidi per reintegrare Castan, che con la sua teorica abilità nell'impostare l'azione può essere utile in costruzione per alleggerire il peso che grava sulla mediana. A ostacolare questo principio, il lento ritorno a un livello da A del centrale, vicino a un ritorno in patria in questa finestra di mercato. 

FLORENZI- Dopo anni di via-vai su e giù per il campo, il centrocampista di Vitinia sembra aver (ri)trovato la sua dimensione nel ruolo di esterno alto, sia a destra sia a sinistra; questa sembra essere la soluzione migliore per un giocatore dalle eccelse doti offensive che in difesa si trova in difficoltà con avversari capaci di saltargli letteralmente sulla testa (vedi Kucka).

PJANIC- L'uomo più discusso dell'era americana della Roma ha a sua volta una nuova dimensione, dopo anni passati praticamente da trequartista per sfruttare le sue capacità balistiche e realizzative sembra destinato ora a scendere sulla linea dei due mediani con compiti di piena impostazione, alla Pizarro.