L'anno buono. Per tanti anni, a Roma, questa frase è risuonata nei bar, nelle piazze, allo stadio. Frase da sognatori, puntualmente smentita. Come in un brusco risveglio, il campo ha spezzato e distrutto i sogni dei tifosi, delle bandiere in campo, degli appassionati di calcio capitolino. Senza andare troppo nel passato, un po' di esempi: Roma-Samp, 25.04.2010, con Ranieri in panchina. La Roma esce sconfitta con le prodezze di Storari e Pazzini. Ecco che "l'anno buono" va a farsi benedire, per la disperazione dei più. Garcia in panchina, anno 2013-14. Nelle prime 17 di campionato, Roma imbattuta, poi il crollo, o comunque la resa allo strapotere Juve. Lo scorso anno, seppure in modo diverso, stesso finale. Solo pochi esempi, a conferma di quanto dannoso sia parlare di "anno buono". Il titolo è quindi certamente provocatorio. Ma rimarcare le differenze che fanno ben sperare, questo si, è d'obbligo. Vediamo i "perché si" allo scudetto, e i "perché no". Punti di forza e punti deboli che si intrecciano nella caccia al titolo dei giallorossi.

La Roma, quest'anno, segna di più e subito. L'approccio alle gare sembra essere più aggressivo. Anche grazie a questo, 3 big match sono stati superati agilmente (il quarto, con l'Inter, è finito male sul piano del risultato, non del gioco). Non solo gol-lampo, anche tanti gol, come detto. Ben 27 reti, meglio - in Europa - hanno fatto solo Bayern Monaco, Borussia Dortmund e Psg. 27 reti,ovvero 2,25 a partita, numeri d'alta quota.

La Roma è pericolosa: dei 155 tiri totali in campionato, il 50,3 % è nello specchio. Molti di questi tiri provengono dall'area di rigore, e quasi tutti vengono trasformati in rete. Infatti sono 21 i gol da dentro area segnati dalla Roma. Sono 3 i gol su palla inattiva: con le punizioni magistrali di Pjanic non si scampa. Il possesso palla, come gli altri anni, resta altissimo, quasi al 60%.

Pjanic punisce su punizione

Soprattutto, però, la Roma è squadra. Pochi malumori, poce ansie, dopo un inizio difficile lo spogliatoio sembra unito ai diktat tecnici di Garcia e libero dai protagonismi. La storia ci conferma che vince chi unendosi diventa più forte.

Non solo dati positivi, però. Se l'attacco non delude, dietro -nonostante le ottime prestazioni di Manolas- c'è ancora qualche rimedio da impiegare. Sono ben 13 i gol subiti, più di 1 a partita. Ad esclusione della gara esterna col Frosinone e del Derby, infatti, la Roma ha sempre subito gol. E' anche vero che i giallorossi hanno sempre segnato, tranne che nella gara contro l'Inter. Addirittura, l'ultimo 0-0 risale allo scorso anno, contro il Parma. Il dato sui gol subiti non sembra preoccupare troppo, con 27 gol all'attivo, ma nel corso dell'anno potrà risultare decisivo. Se è vero che vince chi segna di più, è anche vero che le migliori difese hanno più possibilità di arrivare al titolo, come più volte ha dimostrato la Juventus in questi 4 anni.

Da ultimo, ma non meno importante, il dato sugli infortuni. Con Salah, già 8 gli infortuni in stagione: dopo Keita, Totti, Dzeko, Castan, Szczesny, Falque e Maicon, è arrivato anche il grave stop per l'egiziano. Senza dimenticare la lungodegenza di Strootman. Sicuramente la Roma non è una delle squadre più colpite dal problema infortuni, ma perdere giocatori chiave, in momenti chiave, spesso risulta deleterio. Per ora, al rientro dalla pausa, fatta esclusione dell'olandese e dell'egiziano, la Roma potra contare su tutta la rosa, compreso il Capitano. Alla ripresa, sabato 21, ecco il Bologna in trasferta. Sfida ostica, contro i felsinei lanciatissimi. Staremo a vedere.

Roma - Lazio, si ferma Salah

Sognare, insomma, non è vietato. Senza distrarsi, e con i piedi ben saldati a terra.