La partita contro l'Empoli ha sancito per la Roma l'inizio di un ciclo terribile, che porterà la squadra, nel giro di venti giorni, a decidere la propria sorte in Champions League nel doppio confronto con le Aspirine e ad affrontare un big match in campionato contro la Fiorentina; ma come ci arriva la Roma? Malgrado le tre vittorie consecutive, il livello del gioco complessivo espresso dalla squadra è basso; analizziamo ora l'ultima prestazione contro l'Empoli, sia dal punto di vista del collettivo sia dal punto di vista delle scelte del discusso Rudi Garcia.
LA PARTITA- Contro l'Empoli, la Roma ha sì portato a casa tre punti, ma è riuscita a sbloccarsi solo dopo il colpo di genio di Pjanic che ha costretto l'Empoli ad allargare le maglie difensive e a concedere quindi spazio al fenomenale attacco giallorosso; prima della pennellata di Giotto, la Roma ha prodotto, come si dice, tanto fumo e niente arrosto. Una volta di più, infatti, si è palesata la difficoltà della squadra ad attaccare la difesa schierata, complice anche l'inadeguatezza di Gervinho come centravanti e la contemporanea assenza di Totti e Dzeko, giocatori capaci di inventare la giocata o di dare un punto di riferimento in avanti. Le difficoltà si sono palesate nel possesso palla giallorosso: un possesso prolungato e di qualità, ma incredibilmente lento e sterile; si palesa quindi, come già detto, la necessità di un punto di riferimento in avanti che con il rientro di Dzeko dall'infortunio non dovrebbe più mancare.
LE SCELTE DI GARCIA- Il tecnico francese è spesso finito sulla graticola per scelte scriteriate: ad esempio, contro il Sassuolo quando ha applicato un turnover sconsiderato che è costato due punti o contro il Bate Borisov quando ha messo in campo una formazione totalmente sbilanciata che ha fatto sembrare una squadra di giocatori mediocri il Barcellona; tuttavia, le scelte contro l'Empoli sembrano avergli dato ragione. Innanzitutto, il ritorno di Castan è stato abbastanza positivo: il centrale brasiliano, dopo il rientro fallito contro il Verona, ieri sera ha offerto una buona prestazione seppur non molto impegnato. In secondo luogo, Garcia è riuscito a cambiare modulo alla squadra: passando al 4-2-3-1, il gioco della Roma, seppur con le sue difficoltà, non ne ha risentito; questo fatto è prova di un ottimo lavoro durante la settimana che rende i giocatori capaci di giocare con più moduli indifferentemente. L'unico neo è da considerare la scelta di tenere ancora fuori Dzeko per un Gervinho che in veste di centravanti è risultato pessimo, tuttavia, visto il risultato, ha avuto ragione il tecnico di Nemours.