Vincere per scacciare i fantasmi di un gioco deludente e di una classifica che spaventa. Questo serviva alla Roma di Garcia per dimenticare in fretta la disfatta di Borisov e lanciarsi in campionato, potendo contare nella sosta per recuperare gli uomini migliori, Dzeko su tutti. La lezione del martedì di Champions è stata pesante, forse anche mal digerita, ma è servita nella gara domenicale vinta dalla Roma, nella difficile trasferta di Palermo. Applicando le contromisure la Roma è stata più stretta, vogliosa, attenta e dinamica. Ancora molto lavoro aspetta gli uomini di Garcia, ma la strada intrapresa è quella buona, partendo dai dettagli.
Gli accorgimenti tattici
Il tecnico transalpino ha schierato un vero e proprio 4-2-3-1 mettendo Nainggolan e Pjanic davanti a Manolas e De Rossi (confermato difensore centrale) e rialzando Florenzi sulla linea dei trequartisti con Torosidis alle sue spalle. In più ha riproposto dal 1' a sinistra il recuperato Falque, oltre a Salah e Gervinho. La fiducia data all'ivoriano è stata ripagata non solo con una grande doppietta, risultata alla fine decisiva, ma anche con una prestazione maiuscola. Nessuno avrebbe pronosticato una ripresa tale della punta africana, forse neanche Garcia, che in assenza di altri ricambi in quel ruolo si trovava obbligato a schierarlo. Se Gervinho si confermasse il giocatore delle 12 reti in 32 presenze del primo anno in giallorosso potrebbe essere sicuramente uno dei "migliori acquisti" per la Roma.
Gervinho è la scoperta, la conferma è la grande duttilità di Florenzi, asso che in ogni zona del campo dona fluidità alla manovra, sia in fase d'attacco che di difesa. L'altra dolce conferma arriva da Pjanic, quest'anno galvanizzato dalla ritrovata condizione fisica e atletica. Sue le punizioni decisive, contro Juve e Carpi, suo il gol più veloce della Serie A 2015-2016: 108 secondi ed è già rete.
Non è tutto oro...
Fosse così sempre, la Roma avrebbe il titolo in mano, per qualità della rosa, per mezzi ed esperienza. Invece i dati negativi, anche vedendo Palermo, balzano agli occhi subito. Inutile parlare ora degli errori strategici di agosto, quando al 22 del mese ci si è resi conto di avere un solo centrale difensivo al 100% e nulla è stato fatto per "allungare la coperta" in quel reparto. Bisogna lavorare con i mezzi a disposizione, ma i problemi persistono, viste le difficoltà di Rudiger e Castan, i quali dopo la sosta dovrebbero intensificare il loro lavoro in vista di un recupero che lascia ancora perplessi, su tempi e modi.
Il vecchio problema della Roma, l'equilibrio, torna quindi attuale: chi sono i giocatori adatti a fare collante? Strootman è l'uomo giusto, anche lui lungodegente e sfortunato. A Roma ci si augura di vederlo in campo presto. E alla fine sarà solo la fame a determinare chi la spunterà nella lotta al vertice. La Roma non sta a guardare e si prepara al banchetto.