Rudi il ''rude'', Rudi il ''Guerriero'', Rudi ''quello che non molla mai'', Rudi il ''Filosofo'', Rudi lo ''Stratega'', oppure più semplicemente il ''Sergente Garcia'': chiamatelo un pò come volete, tanto la sostanza delle cose non cambia. E' ovviamente del tecnico francese della Roma, Rudi Garcia, che stiamo parlando. L'uomo venuto dal nord sta conquistando sempre più spazio nel Pantheon giallorosso e la vittoria nel derby di lunedì non è che l'ultima sua conquista agli occhi dei sostenitori giallorossi. La Lazio si era illusa di poter prevalere sulla Roma e di soffiare sotto il naso alla squadra di Garcia il 2° posto, ma la squadra di Pioli non aveva tuttavia fatto i conti con la ''tigna'' romano-francese di questo tecnico dal cognome spagnoleggiante e salito alla ribalta mondiale finora per il piccolo-grande miracolo calcistico di Lille. Dall'altro ieri però Garcia potrà aggiungere all'elenco dei suoi successi anche quello conquistato nella stracittadina contro i biancocelesti, perchè proprio di questo si è trattato: la vittoria della Roma è stata prima di tutto la vittoria tattica e mentale di Rudi Garcia, che ha ''scherzato'' con la Lazio un pò come fa il gatto col topo.
Rudi si è divertito a far stancare la squadra biancoceleste, dando vita ad una formazione romanista assolutamente robusta e corposa nel suo undici titolare: fuori dal primo minuto la leggerezza mentale di Astori e quella fisica di Pjanic, sostituiti dalla concretezza e dalla solidità di Yanga-Mbiwa e Keita. Per quanto riguarda poi l'attacco, approfittando anche di un acciacco di Ibarbo, a Rudi non dev'essere parso vero di poter irrobustire anche il suo reparto offensivo, schierando il ''difensore'' Florenzi nei 3 davanti, al posto del ''giocoliere'' colombiano. La Roma si è trovata così ad avere un assetto talmente compatto nel suo insieme, da rimanere a volte fin troppo bloccata, ma tutto questo a Garcia poco importava, perchè sapeva che prima o poi la Lazio si sarebbe sfiancata nel forcing insistito.
Come un giocatore di poker, Garcia ha rischiato, ha bluffato, ed ha vinto, andando all'incasso negli ultimi 25 minuti della partita. Con la squadra di Pioli più stanca nelle gambe, ecco che a quel punto è scattata la ''Fase 2'' del piano tattico di Rudi il Guerriero: dentro i giocolieri, i danzatori, le ballerine ed i clown, perchè è arrivato il momento di sconquassare il derby, spaccando il 2 la partita e andando così a prendere quel 2° posto che il tecnico francese nell'ultima parte del campionato ha iniziato a sentire sempre più come un diritto inalienabile, come una pietra angolare, senza la quale tutto il castello romanista sarebbe venuto inesorabilmente giù.
Ecco allora che, con gli ingressi di Ibarbo e Pjanic, Garcia ha dunque deciso di vincere la partita, con un gioco all'altezza della Roma e con la tecnica e la voglia di giocare di cui la Roma è padrona. Ed infatti i goal sono arrivati: il primo nasce da un tacco geniale di Pjanic, viene confezionato da un guizzo di Ibarbo e trova nel funambolico Iturbe l'ultimo interprete di questo bel film d'attacco. E dopo il goal del pareggio della Lazio, a rimettere poi le cose definitivamente in chiaro ci ha pensato ancora il genio bosniaco di Miralem Pjanic, servendo un cross al bacio per Yanga-Mbiwa (altra scelta di Garcia...), bravissimo poi di testa a rispedire la Lazio agli esami di riparazione di Napoli e dando al Cesare giallorosso quello che già era suo per ''diritto naturale''. O almeno, per meglio dire, questo era il sentire giallorosso...
La Roma è arrivata così al 2° posto finale per la tredicesima volta nella sua storia. Non sarà certo il sogno di tutti i romanisti, ma con questa Juventus era obiettivamente difficile riuscire a fare meglio. Per adesso Garcia si è accontentato di fare 13, l'anno prossimo però Rudi proverà anche ad andare all'incasso...