Opaco, spento, affranto. Questo il volto della seconda metà di stagione della Roma di Rudi Garcia, impersonificata, in campo, da quel genio di Miralem Pjanic, uomo simbolo nella buona e nella cattiva sorte: nella rinascita giallorossa lo scorso anno, nel crollo di questa stagione. Il centrocampista serbo è uno di quelli che per rendere al massimo deve avvertire la massima fiducia da parte dei compagni, dell'ambiente, del suo allenatore e da qualche mese, così come tutta la squadra di Garcia, non gira più al massimo. .
Il centrocampo della Roma era stato da sempre identificato come la chiave di Volta della squadra di Garcia, l'anima della squadra, la marcia in più, con Pjanic direttore di un'orchestra che incantava tutta Italia e non solo. Alla vigilia della sfida decisiva per le sorti del secondo posto, ma anche della lotta per il terzo contro il Napoli, Pjanic ha parlato alla Repubblica presentando il match e analizzando le difficoltà e come uscire dalla crisi.
"Siamo entrati in una spirale negativa. Le abbiamo provate tutte, ma una volta nel tunnel non è facile uscirne. Dopo l’anno scorso la gente si aspettava che la squadra girasse, è venuta meno la fiducia, la piazza s’è innervosita. Poi qui basta poco, appena qualcosa va male tutto diventa una tragedia. Lazio? Quegli altri non esistono. Voglio arrivare davanti a loro, così l’80% della gente sarà felice".
Napoli ed il Napoli non rievocano grandi ricordi alla Roma, anche se a Miralem si. Lo scorso anno, proprio all'Olimpico, proprio in campionato, il mediano mise a referto la prima doppietta italiana proprio contro Benitez ed i partenopei. Ecco il suo ricordo: "Era la mia prima doppietta in Italia, bellissimo. Ora sarà tutto diverso, uno scontro diretto contro un’ottima squadra, starà a noi cercare di vincere, vogliamo allontanare le concorrenti".