Radja Nainggolan, il condottiero. Il volto "buono" della Roma di Garcia è quello del belga tatuato, giunto in estate e da subito punto fermo. Non una questione tecnica, quanto di impronta caratteriale, Nainggolan ci mette la faccia, di fronte alla stampa, ai tifosi, soprattutto nel rapporto con i compagni. Non a caso, dopo il pari di Firenze in Europa League, Nainggolan giunge ai microfoni e batte un colpo. "Se la Roma gioca in 11 può giocare da Roma", non un j'accuse ai compagni, a suo dire, un modo di evidenziare le potenzialità di una squadra per mesi devastante. La Roma deve ripartire dal finale di Firenze, dal pari firmato Keita. All'Olimpico si presenta nel posticipo del lunedì la Sampdoria di Mihajlovic, insospettabile avversario di Coppa, animo biancoceleste.
Il pericolo è alle spalle, se il Napoli rallenta, la Lazio corre e l'incubo sorpasso si manifesta all'orizzonte. Nainggolan serra le fila, la vittoria come medicina, un successo per ritrovare armonia con l'Olimpico, trasformatosi da fortino a tabù “Siamo pronti per tornare a vincere in casa”, e preparare al meglio il ritorno di Coppa con la Fiorentina.
La Roma si gioca tanto in pochi giorni, con Nainggolan. Il centrocampista indossa virtualmente la maglia del futuro, l'obiettivo è rimanere nella Capitale, solidificare il rapporto con la Roma “La cosa più importante è il mio riscatto dal Cagliari, ma io sono fiducioso sul fatto di rimanere qui. Il mio procuratore sta negoziando il contratto con la società, ne stiamo parlando, io sono ottimista”.
In vista della partita, Totti punta a rientrare tra i convocati, ma Garcia vara ancora l'attacco leggero, con Ljajic affiancato da Gervinho e Iturbe. Con la Sampdoria, Nainggolan è costretto ai box dal turno di squalifica e la Roma si ritrova in ambasce nel mezzo, visto l'infortunio di De Rossi. Occasione per Paredes.