Si erano lasciate con le polemiche, con Rocchi, con il gol di Bonucci, con gli insulti alla panchina della Roma; ora un girone dopo Roma e Juve si ritrovano e sembrano passati anni luce da quella partita, almeno per i giallorossi: la squadra di Garcia infatti ci arriva si dopo una vittoria importantissima che ha fruttato il passaggio del turno in Europa League ma pur sempre in un periodo nel quale, tra infortuni e mancanza di condizione fisica, gioco e risultati latitano, tanto che l'ultima vitttoria in casa della Roma risale alla partita con l'Inter di fine Novembre.
PRECEDENTI - Sono ben 80 i precedenti all’Olimpico di Roma tra i giallorossi e la Juve, con un bilancio equilibrato: 29 vittorie per i padroni di casa, 25 dei bianconeri e 26 pareggi. L’ultimo precedente risale alla giornata numero 37 della stagione 2013/2014 con il tabellone finale sullo 0-1 per la Juve con la rete di Osvaldo.
LE CONDIZIONI DELLA ROMA - Garcia ci arriva come al solito incerottato e oltre ai lungodegenti Balzaretti, Castan e Strootman deve rinunciare ancora a Maicon, alle prese col suo ginocchio e a Doumbia, affetto, a detta del tecnico, da una lombalgia. La squadra potrebbe quindi scendere in campo così: De Sanctis tra i pali; difesa con Cholevas, Manolas, Mapou e Torosidis; centrocampo con Nainggolan, De Rossi e Pjanic con Totti, Ljajic e Gervinho davanti.
L'UOMO IN PIU' - Per la Roma l'uomo in più potrebbe essere una volta di più Adem Ljajic, l'esterno giallorosso è capocannoniere della squadra in stagione e attraversa un ottimo momento di forma confermato anche dalla rete siglata in terra olandese; in casa Roma sperano che le sue accelerazioni possano mettere in difficoltà la non sempre perfetta difesa bianconera. Tuttavia anche Nainggolan potrebbe giocare un ruolo fondamentale, con il suo pressing il belga punta a mettere in grossa difficoltà le menti del centrocampo bianconero, già debilitate dall'assenza di Pirlo e da quella possibile di Pogba.
LE DICHIARAZIONI - Garcia ha parlato ieri a Trigoria, ecco le sue parole, in particolare sui suoi proclami da titolo: "Vedo la vostra ossessione a chiedermi questa cosa, posso dire che forse c'è una divinità misteriosa che ha voluto punirmi per questo peccato, se peccato ho commesso, di superbia. Se l'ho fatto era per lottare contro un ambiente di pessimismo ossessivo. Se ho commesso questo peccato, non era un comportamento di uno stupido che non riflette, che dice cose al volo. Penso che per mantenere la motivazione e l'ambizione era al massimo fosse necessario fare questo. Non ci fermiamo a questa stagione, l'obiettivo non solo è vedere la Roma al centro del Villaggio, ma al centro dell'Italia. Questo non si fa in pochi giorni, il destino della Roma, e l'ha ripetuto il presidente, è lottare per il titolo non solo quest'anno, ma anche in futuro. È vero che quest'anno siamo stati colpiti duramente dalla sfortuna, penso agli assenti non previsti, la nostra storia è fatta di errori, nessuno fa le cose perfettamente. Voglio dire che la prossima volta che qualcuno mi farà questa domanda, lo manderò a quel paese. Il destino della Roma è vincere, lottare per lo scudetto e speriamo anche un giorno in Europa. Dobbiamo mostrarci all'altezza di questo destino. Con quella dichiarazione ho voluto ridare orgoglio ai tifosi che di scudetti ne hanno vinti pochi, bisogna essere consapevoli che la Roma sta costruendo un futuro in cui lotterà ogni anno per la Champions League e per lo scudetto".