Non può essere una partita come le altre, per tanti motivi. La Roma approccia la nuova stagione in un clima di perenne contrasto, tra euforia e dubbi. Pallotta alza l'asticella, Garcia si conferma ambizioso, eppure qualche nota stonata rende l'ambiente meno forte. Benatia ha lasciato Roma, non certo con una pacata stretta di mano. L'arrivo di Holebas, pronto alla firma, ha in sostanza annullato i colpi Emanuelson e Cole. Destro resta, ma sembra parte non integrante del nuovo progetto. Non a caso continuano a circolare le voci Nilmar, svincolato, e Aubameyang.
Nella stagione in cui tutti, nella Capitale, attendono il vessillo tricolore, dopo la seconda piazza dello scorso anno, il pericolo è quello di farsi travolgere da vertigini d'alta quota. La Roma, che lo scorso anno era sorpresa, oggi è realtà. Non è più vista come splendida creatura, sbocciata sotto la guida sconosciuta di Garcia, ma come compagine riferimento, almeno al pari della Juve rimodellata da Allegri.
A complicare i piani un calendario non certo accomodante. All'Olimpico arriva la Fiorentina di Montella, che non ha Rossi, ma ha ancora Cuadrado, gioca bene a calcio e non ha paura, qual che sia il palcoscenico, qual che sia l'avversario. Tanto più, che proprio qui, a Roma, Montella Vincenzo, per tutti l'aeroplanino, è visto come un dio, non a torto.
Garcia si presenta con una difesa per forza di cose inedita. Benatia ha lasciato un vuoto importante e Castan è ancora alle prese con noie muscolari. Dal primo minuto due volti nuovi, Manolas e Astori. Di affidamento invece la linea mediana. De Rossi perno centrale, con ai lati Nainggolan e Pjanic, in attesa di Strootman. Per l'olandese la via del recupero presenta ancora tappe importanti. Iturbe e Gervinho depositari delle idee superiori di Francesco Totti.
Questo il probabile undici di Garcia: