I primi segnali dopo la sciagurata sconfitta in Coppa Italia col Siena inducevano alla prudenza e delineavano ancora fiducia per Luigi De Canio, ma il consulto della dirigenza del Catania tenutosi nella tarda serata di ieri ha portato ad una decisione in senso diverso. Al di là dei numeri (2 vittorie, 2 pareggi e 7 sconfitte in 11 partite di campionato, più l'eliminazione dalla Tim Cup di ieri), De Canio non ha mai fatto realmente presa sul gruppo e innestato una linea di crescita, nè tecnica nè psicologica, senza riuscire ad imporsi come un valido traino per i giocatori sotto l'aspetto motivazionale. I problemi fisici e le varie indisponibilità sono state un alibi abusato oltremodo dal 57enne tecnico di Matera, a fronte di una condotta in campo solo a tratti in linea con la tradizione del Liotro, abituato a spingersi oltre i limiti e le difficoltà con la grinta e l'ardore agonistico.
Dal momento più difficile della propria storia recente il Catania può uscire solo unendo tutte le proprie forze, ed è anche per questo che il presidente Pulvirenti ha deciso di riaffidare la panchina ad uno che conosce l'ambiente e ha la stima e l'appoggio del gruppo, ovvero Rolando Maran. Si attende solo l'ufficialità per il nuovo approdo del tecnico trentino, un altro ritorno dopo quello di Lodi ma soprattutto un importante momento di revisione delle proprie scelte da parte del numero uno rossazzurro. Sono state appianate le divergenze tra i due, ma soprattutto il primo tifoso etneo avrebbe sconfessato le parole negative espresse nei confronti di Maran dopo il suo esonero: più volte ha addebitato alla sua preparazione pre-campionato le responsabilità per i diversi infortuni e il ritardo di condizione.
Il concreto indirizzarsi di tutti, nessuno escluso, alla meta della salvezza, senza cedere alla frenesia e alle ingenuità, è il primo passo necessario per evitare una retrocessione che sarebbe devastante non solo per l'animo dei tifosi ma anche per gli sviluppi futuri, dopo le premesse con cui è stata allestita la squadra in estate. Nel mercato, invece, I rinforzi in entrata richiederanno prima ancora il completamento delle mosse in uscita, con diversi giocatori ancora in rosa ma praticamente fuori dai piani tecnici e ad oggi per nulla motivati ad onorare la causa: l'esempio ricade su Maxi Lopez, generoso nella parte finale del match con il Siena anche se poco pungente per tutta la gara, ma soprattutto Andujar (errore sul primo gol senese e passivo nelle altre circostanze), Monzon (ieri primo tempo anonimo prima della sostituzione), Freire (neanche un minuto disputato e raramente disponibile anche per la sola convocazione) e altri.