“Se continui così rischi la carriera. Devi fermarti”. Mattia Destro si era sentito crollare il mondo addosso quando il medico lo aveva visitato al rientro dall’Europeo Under 21, quello che praticamente non ha giocato (una sola presenza), per colpa di un ginocchio mai guarito. Immaginate cosa può passare nella testa di un calciatore in quei momenti. Tutto cominciò una serata di fine gennaio, esattamente il 23 gennaio scorso. All'Olimpico per la gara d'andata valida per la semifinale di Coppa Italia arrivava l'Inter di Stramaccioni. La Roma vince 2-1, Destro segna un bel colpo di testa al 33' bruciando un assonnato Ranocchia ma non sa ancora che quel gol sarà l'ultimo che segnerà in quasi un anno.
Infatti il giorno dopo la società romana comunica che Destro durante la partita ha riportato un trauma distorsivo alla caviglia destra e al ginocchio sinistro. Lesione del menisco esterno. Per Mattia Destro comincia l'incubo. Il 26 gennaio va sotto ai ferri. Lo stop previsto è di due mesi. In casa Roma è il panico: senza Destro, con una difesa inguardabile, problemi di spogliatoio e una classifica che li vedeva ottavi a -18 dalla Juventus, Zeman, indiziato numero uno della debacle romanista fino a quel momento, viene fatto fuori agli inizi di febbraio. L'esonero promuove a nuovo allenatore il tecnico in seconda, Andreazzoli.
Destro comincia nel frattempo la riabilitazione, brucia le tappe, vuole tornare in campo il prima possibile ma forse proprio perché rimesso troppo presto in campo o forse perché in questo genere di interventi (al ginocchio), come spiegano molti ortopedici la risposta temporale è del tutto individuale, Destro riappare in campo per la prima volta dall'infortunio di gennaio nel secondo tempo del derby del’8 aprile ma è il fantasma di stesso e non riesce a lasciare il segno sulla partita. Poi una serie di dentro e fuori che gettano ombre e dubbi sulle possibilità di rivederlo giocare ad alti livelli.
Ma gli incubi di Mattia Destro e della Roma sono destinati ad unirsi e il 26 maggio si prendono sotto braccio, salgono sulla linea rossa della metropolitana A, scendono alla fermata Ottaviano, prendono l'autobus numero 32, arrivano alla fermata Piazzale della Farnesina e da lì entrano all'Olimpico. E' la finale di Coppa Italia. E' derby della Capitale. In palio per i giallorossi il prestigio, l'orgoglio e l'ingresso in Europa League in caso di vittoria. Mattia Destro viene preferito ad Osvaldo e parte titolare. La Roma perde uno a zero, Destro non brilla e, dulcis in fundo, si vede alzare “in faccia” la Coppa dai detestati cugini della Lazio.
Per la Roma comincia l'estate più dura degli ultimi vent'anni. Per Destro l'incubo si trasforma in un calvario. L'asso ex Siena arrivato dalla squadra toscana nel luglio del 2012 per 16 milioni, viene convocato per gli Europei Under 21 in Israele da coach Devis Mangia ma la spedizione azzurra nel Vicino Oriente non gli fa bene. Gioca solo una partita con l'Italia già qualificata agli ottavi di finale. L'Europeo si conclude con la sconfitta degli azzurrini in finale contro la Spagna per 4-2 ma per Destro è un totale fallimento e l'aver accettato la convocazione un errore fatale che fa sorgere nuovi problemi alla cartilagine e il ginocchio si infiamma e si gonfia di continuo. Cala il buio per Mattia. L'infortunio si riaggrava e tra le polemiche sul suo stato fisico, Destro vola a Barcellona dal professor Cugat che gli ordina due mesi di riposo assoluto e gli prescrive lunghe sedute di fisioterapia. “Altrimenti smetti di giocare” gli dice.
Nell’estate 2012 Destro era diventato l’uomo che tutti, in serie A, volevano. Giovanissimo, ma già con alle spalle una stagione da protagonista al Siena, fatta di gol belli e decisivi, era pronto per il grande salto. L'attaccante marchigiano, infatti, era una promessa a 18 anni, bomber da serie A a 19 e uomo mercato a 20. Riesce dopo un avvio fatto di stenti alla Roma a conquistarsi con delle ottime prestazioni il ruolo da titolare, poi arriva l'infortunio e soprattutto l'Europeo negativo che con il riacutizzarsi dei suoi problemi fisici fanno diventare Destro un talento completamente da recuperare. Una rapida ascesa seguita da un ancora più veloce precipizio che sul finire dell'estate sembra condannarlo all'oblio. Intanto alla Roma è cambiato tutto. E' arrivato settembre e con esso nuovi giocatori e, accantonato Andreazzoli, anche un nuovo allenatore, Rudi Garcia. Tornato da Barcellona Destro si cura a Brescia e già a metà settembre fa il suo ritorno a Trigoria e si unisce al gruppo del tecnico francese dividendosi tra fisioterapia e palestra.
Ma mentre la Roma prepara il campionato che poi comincerà con il record delle dieci vittorie consecutive, ovunque impazzano speculazioni e gossip sulle condizioni di Mattia Destro. Scoppiano miriadi di polemiche attorno al suo infortunio, perfino tra lo staff medico della Nazionale Under 21 e il chirurgo che lo aveva operato a gennaio. Ma Mattia rimane in silenzio e si concentra sul suo ritorno. Sette ore al giorno di lavoro, tra piscina, fisioterapia, ginnastica articolare. Una dieta strettissima per non prendere peso durante la lunga inattività. Lavora in maniera specifica per riequilibrare la muscolatura poiché quella della gamba sinistra è chiaramente scesa e non di poco. Questo il ruolino di marcia di Destro che in quei mesi non guarda in faccia a nessuno e a testa bassa continua a lavorare.
E' novembre il mese della svolta. L'odissea di Mattia Destro arriva al capolinea 280 giorni dopo l'operazione al ginocchio e dopo 157 giorni dalla sua ultima partita ufficiale (Norvegia-Italia all'Europeo Under 21). Il rientro precoce, per non dire affrettato, il nuovo stop, la paura. Tutto cancellato dalla partitella in allenamento che il bomber disputa il 15 novembre. Segna due gol, la condizione fisica è buona e il ginocchio il giorno dopo non si gonfia. Il bomber è pronto. Garcia lo sa.
L'8 dicembre arriva all'Olimpico la Fiorentina dell'ex Vincenzo Montella. Destro è tra i convocati e siede in panchina. La partita inizia. La Roma passa in vantaggio ma viene raggiunta prontamente da una Fiorentina che gioca benissimo. Il primo tempo si chiude sull'1-1. Destro comincia a scaldarsi alla ripresa del secondo tempo. E' il 57esimo. Garcia chiama Mattia e gli comunica che entrerà in campo. L'incubo sta per finire completamente. L'attaccante fa il suo rientro nel rettangolo di gioco prendendo il posto di Florenzi. L'Olimpico si ammutolisce. Dopo dieci minuti scoppia l'apoteosi. Gervinho dal fondo mette in mezzo il pallone per i piedi di Mattia Destro che non ci pensa mezzo secondo e calcia a botta sicura verso la porta di Neto insaccando la palla del 2-1. Per Mattia è il momento più bello dell'intero 2013. Corre, si dimena, esulta, urla a squarciagola, si toglie la maglia, sembra quasi voglia strapparla, la getta al vento, abbraccia Garcia e tutta la Curva gremita di tifosi in visibilio lo riabbraccia e torna a farne un idolo. Destro è rinato.
La sua avventura in Serie A e in giallorosso interrotta bruscamente quel 26 gennaio dentro una sala operatoria riprende dunque la sua marcia l'8 dicembre, il giorno dell'Immacolata Concezione. Finalmente libero dall'infortunio, perfettamente guarito, il gol fatto alla Fiorentina dopo un digiuno di sette mesi, per Destro è un nuovo concepimento calcistico. Il bomber rinasce all'Olimpico dov'era stato fermato dall'infortunio al ginocchio 11 mesi prima. Rinasce col gol così come aveva detto arrivederci a gennaio segnando all'Inter. La settimana seguente brucia Abbiati e segna al Milan il suo secondo gol stagionale alla sua seconda presenza con la maglia giallorossa e sette giorni dopo sigla un altro bellissimo gol nell'ultima giornata di campionato prima della pausa natalizia al Catania.
Neanche 150 minuti giocati e 3 gol con un assist: Mattia Destro ha risvegliato la Roma dal torpore delle ultime giornate e se stesso da un incubo durato troppo a lungo. Incisivo come pochi altri calciatori, Destro ha ricordato a tutti il motivo per cui la scorsa estate più di tre squadre abbiano passato mesi interi a litigare per lui. Si crea occasioni da solo, si muove sempre nella giusta direzione e si fionda negli spazi e sul pallone come un rapace sulla propria preda. Garcia lo sta dosando, lo sta coccolando e questo ragazzo merita tutto il supporto dei tifosi. E’ il simbolo della rinascita della Roma e anche se siamo solo all'inizio Destro ha già ricominciato a sognare ad occhi aperti. Il buio è svanito. Anche la Juve è avvertita.
AS Roma VAVEL