Chiamatelo “giro della speranza” o “della disperazione”, oppure “percorso di fuoco”. Ne sono successe tante in questi giorni al Catania, maltrattato dalla Juventus a Torino mercoledì sera, con un’inferiorità disarmante al di là del ragionevole divario tecnico e di compattezza del gruppo. L’infortunio di Bergessio, i veleni su Chiellini e le successive scaramucce dialettiche tra Pulvirenti e Conte, nonchè la vicenda della spinta alla hostess nell’intervallo, che ha aggiunto lo strascico dell’inibizione del presidente etneo fino al prossimo 2 dicembre, contro la quale è stato presentato ricorso d’urgenza presso la Corte Federale.
Se la sconfitta allo “Juventus Stadium” era preventivabile, le proporzioni rendono ulteriormente conto della dimensione totalmente differente che mister De Canio deve far (ri)acquisire ai giocatori, per affrontare con la maggior efficacia possibile una situazione neanche minimamente pensata in estate e ora sempre più difficile con pedine importanti lontane dal campo e una condizione atletica accettabile da recuperare.
«Ci siamo allenati bene e aver vissuto questi giorni insieme ha fatto sì che i ragazzi si sostenessero maggiormente a vicenda in un momento difficile. Il Napoli ha una caratura notevole ma noi abbiamo le qualità per reggere il confronto, voglio rivedere per intensità e qualità dall’inizio fino alla fine i primi 25 minuti di Torino» ha dichiarato il tecnico materano alla vigilia.
La sfida di stasera al “San Paolo” contro il Napoli si presta ad un altro pronostico assai scontato a sfavore, inconcepibile disputare un match senza l’obiettivo reale e sentito di fare punti ma il realismo impone ai rossazzurri a focalizzarsi su un altro aspetto, quello della crescita. Crescita che a sua volta ha un requisito fondamentale nello spirito di sacrificio e nell’unità d’intenti, fattori la cui presenza agli occhi degli osservatori esterni è stata abbastanza flebile: la gara al cospetto dei partenopei di Benitez servirà anche ad appurare se ci saranno passi in avanti in tal senso, in vista degli incroci con Udinese e Torino, decisamente più incisivi nella corsa verso la salvezza che al momento è diretta più ad allontarsi dalle sabbie mobili dei bassifondi dove il Liotro è invischiato.
Facendo sempre di necessità virtù, De Canio potrebbe tornare al 4-3-3, con Freire che non parte troppo arretrato nelle gerarchie per guadagnarsi una maglia da titolare in mediana: con Izco che tornerà dopo il riposo a Torino e l’utilizzo di Tachtsidis perno centrale, chi potrebbe fargli spazio è Almiron. In difesa se Rolin non ce la fa è pronto Gyomber, altra nota confortante tra le poche del momento, mentre Maxi Lopez è in vantaggio su Petkovic come riferimento offensivo: per la “Galina de Oro” potrebbe essere l’ultima occasione importante per rilanciare la propria esperienza a Catania e soprattutto la propria carriera.