Notte di delusione in casa Roma. La cena di Arcore ha fatto sì che il sodalizio Allegri-Milan vada avanti almeno un altro anno. Per la dirigenza, sicura di avere in mano il tecnico livornese, il colpo è stato durissimo e la credibilità di Baldini e Sabatini agli occhi di tifosi e media è ai minimi storici.

CHE FARE? - In 4 mesi di gestione temporanea targata Andreazzoli, non si è riusciti a bloccare un allenatore che fosse disposto a guidare la squadra. Ora il tempo stringe e la piazza freme, ma i nomi che si sono spesi e si continuano a spendere non paiono convincere. Su Blanc, figura carismatica e di caratura internazionale, c’è il Psg, pronto a farne l’erede di Ancelotti. Contro i soldi dell’emiro, la Roma non ha chance. Su Bielsa, oltre alle perplessità verso un sistema di gioco un po’ troppo zemaniano, la concorrenza da battere è quella del Santos. Posto che Donandoni, che piace molto a Sabatini, ha ribadito nella giornata di domenica, con un comunicato ufficiale, di non volersi muovere da Parma e che Garcia è ancora sotto contratto col Lille, l’unico facilmente ingaggiabile è Rijkaard. Le perplessità su un tecnico recentemente esonerato dalla guida della nazionale saudita e che dopo i fasti di Barcellona non ha saputo più ripetersi sono, però, forti. Chiunque si prenda, il rischio di sbagliare è elevato.

E STRAMA? - Romano de Roma, aspetto che potrebbe piacere alla piazza, Stramaccioni ha cominciato la sua carriera in panchina proprio dalle giovanili giallorosse nel 2005. Dopo aver vinto due campionati nazionali, è approdato alla Primavera dell’Inter e poi, dallo scorso campionato, in prima squadra, ma il suo amore per la città eterna non è mai sopito. Perché allora non puntare su di lui? Certo la stagione dell’Inter è stata fallimentare, ma non si può dimenticare come, fintanto che la rosa è stata al completo, la situazione fosse ben diversa. Con la vittoria sul Bologna del 28 ottobre, Strama aveva  raggiunto i 7 successi consecutivi, eguagliando la striscia di Herrera nel 1961/1962. Nel turno infrasettimanale del 31 ottobre, battendo la Sampdoria per 3-2, con 8 vittorie consecutive ha eguagliato Giovanni Trapattoni (1988/1989), Luigi Simoni (1997/1998) e Claudio Ranieri (2011/2012). Il 3 novembre ha poi compiuto l’impresa allo Juventus stadium, battendo i bianconeri, che non perdevano da 49 partite di campionato, portando così a 9 la striscia di vittorie consecutive in stagione e arrivando a meno 3 dalla vetta della classifica. Certo la lunga lista di infortunati non può giustificare in toto l’andamento disastroso della seconda parte di stagione, costellata da sconfitte e prestazioni non convincenti, ma sul piatto della bilancia va messo tutto.

Potrebbe, insomma, essere Stramaccioni l’uomo giusto per riportare entusiasmo a una Roma triste e sull’orlo di una crisi di nervi, col suo atteggiamento scherzoso, ma, quando occorre, duro e deciso, con la sua romanità e con la sua smisurata attenzione ai dettagli nella preparazione della partita, aspetto che è clamorosamente mancato sotto le varie gestioni Luis Enrique, Zeman e Andreazzoli.

In fin dei conti, perché non Strama?