Gli aggettivi son davvero finiti. Se il Pescara può “vantare” la peggior squadra nei maggiori cinque tornei europei per rendimento, reti fatte, subite e numero di sconfitte un motivo ci sarà pure. È un vero e proprio stillicidio quello al quale sono costretti ad assistere i venticinquemila dello stadio “Adriatico”. Il Milan dell’ex capitano biancazzurro passeggia senza alcuna difficoltà (0-4) sui resti dei padroni di casa. L’auspicio di tutti è che si giunga nel più breve tempo possibile al termine di una delle peggiori stagioni che il “Delfino” ricordi. Un’annata ignobile.
Dall’altra parte, si festeggiano i tre punti che consentono ai rossoneri di avvicinarsi ulteriormente alla qualificazione verso il turno preliminare di Champions League. La missione di Allegri è quasi compiuta. Diverse le novità dal primo minuto in entrambi gli schieramenti: Zauri e Cosic vincono i ballottaggi con Zanon e Krøldrup, mentre Di Francesco ce la fa e parte sulla trequarti destra, costringendo Celik in panchina. Tre novità in casa rossonera: il tecnico lascia in panchina De Sciglio, Mexes ed El Shaarawy. Il difensore francese è vittima di un affaticamento, mentre la forma dell’attaccante italo-egiziano non propriamente smagliante (a secco da oltre due mesi) induce l’ex capitano degli abruzzesi a schierare Robinho. Difesa tutta colombiana: Yepes va accanto a Zapata. Sulla fascia sinistra, invece, viene preferito il guineiano al nazionale Under 21.
Subito grande opportunità per il Milan: l’orologio non completa ancora il suo secondo giro che Balotelli colpisce la traversa dalla breve distanza. La sua conclusione a colpo sicuro s’infrange incredibilmente sul legno dopo un calcio d’angolo battuto da Robinho. All’ottavo minuto, Russo fischia la massima punizione per gli ospiti: Cosic commette una clamorosa ingenuità, abbattendo Nocerino in piena area dopo essersi allungato malamente il pallone. Mario Balotelli si conferma implacabile dal dischetto e spiazza Perin con una precisa conclusione alla sinistra del portiere.
Dopo aver cambiato gli scarpini, Niang accende la luce e sfiora la sua prima rete in Serie A al ventiduesimo minuto: il suo diagonale radente dal vertice destro dell’area si spegne di poco a lato. I padroni di casa si affacciano per la prima volta dalle parti di Abbiati al venticinquesimo minuto, quando un errore della retroguardia rossonera innesca Sculli, il cui tiro, però, viene smorzato.
È il solito fuoco di paglia. Il “Diavolo” raddoppia al trentatreesimo grazie ad uno schema su calcio di punizione: Robinho batte una punizione dall’out di destra ed il movimento degli attaccanti rossoneri libera Muntari, il cui tiro al volo di sinistro batte per terra e va ad insaccarsi alle spalle di Perin dopo aver baciato la traversa. È il primo gol stagionale per il centrocampista ghanese. Si va, così, negli spogliatoi sul doppio svantaggio per i padroni di casa.
Imbarazzante, decisamente imbarazzante il nuovo errore commesso dalla difesa del Pescara che propizia il terzo gol del Milan. Sono passati soltanto cinque minuti dal ritorno in campo che Robinho approfitta di un incredibile svarione di Zauri. Per il fantasista è un gioco da ragazzi servire l’accorrente Flamini, il quale insacca il suo quarto gol nelle ultime cinque partite. L’umiliazione prosegue e cinque minuti dopo SuperMario fa doppietta, scagliando sotto la traversa il pallone del poker con una rabbiosa girata da distanza ravvicinata. Il Pescara è un pugile suonato e non accenna alla minima reazione.
Si scivola verso il termine della partita senza particolari emozioni. Il Milan tira il freno a mano, evitando di spendere ulteriori forze: c’è la partita contro la Roma alle porte. El Shaarawy e Pazzini provano ad andare in rete, ma i tentativi sono vani. L’unica consolazione per i padroni di casa è rappresentata dall’esordio nella massima serie che mister Bucchi concede ai giovanissimi Catalano e Mancini. Ed è questo l’unico vero motivo per sorridere.