L’onore delle armi. Alla vigilia della sfida fra Pescara e Napoli, il leit-motiv che ha accompagnato le due squadre verso la sfida di stasera (ore 20:45) allo stadio “Adriatico” è stato quello della valorizzazione del lavoro di Christian Bucchi sulla panchina biancazzurra. La spada di Damocle che vuol dire “retrocessione” pende sulla testa dei biancazzurri da diverso tempo e manca poco per far sì che essa cada sulla testa degli abruzzesi. Ciononostante, il carattere dimostrato dai giocatori nelle ultime sfide, soprattutto con avversari come Juventus e Roma, consente al “Delfino” di poter lasciare la massima serie con la testa alta. In occasione della sfida contro i partenopei, quintultimo capitolo dell’avventura nel campionato di Serie A, Pelizzoli & Co. cercheranno di lasciare con il sorriso i propri sostenitori.

Dall’altra parte, Mazzarri ha speso parole di elogio all’indirizzo del tecnico biancazzurro, mentre tutti gli occhi saranno per gli ex che torneranno in riva all’Adriatico. Da Insigne a De Sanctis, passando per l’amato-odiato Calaiò. Sono tanti i napoletani legati a doppio filo con il Pescara: ma al fischio finale non ci sarà spazio per i ricordi e gli azzurri spingeranno tutto sul pedale dell’acceleratore per proseguire la sfida a distanza con il Milan per la conquista del secondo posto alle spalle della Juventus, ormai Campione d’Italia in pectore.

I PRECEDENTI – Sono cinque i match nelle edizioni passate della massima serie. Il bilancio è in perfetto equilibrio con due vittorie a testa ed un pareggio. Si registra nel campionato 1977-78 il primo incrocio fra pescaresi e napoletani: per i biancazzurri si trattò dell’esordio assoluto nel torneo. L’incontro si risolse con il successo degli ospiti per 1-3. Aprì le marcature Livio Pin dopo dodici minuti, mentre le reti ravvicinate di Giuseppe Bruscolotti (27’) e Luciano Chiarugi (36’) consentirono ai campani di chiudere il duello ben prima dell’intervallo. Ci pensò Giorgio Repetto, otto minuti dopo il ritorno in campo, a salvare l’onore, mettendo a segno la prima, storica rete degli adriatici in Serie A.

Passano due anni e maturano le condizioni per il riscatto del “Delfino”. È l’edizione 1979-80 ed i padroni di casa trovano il successo con il minimo scarto (1-0) grazie al gol di Giordano Cinquetti a diciotto minuti dal novantesimo. Campionato 1987-88: il Napoli passa allo stadio “Adriatico” per 0-1 per effetto del gol di Bruno Giordano al trentottesimo minuto. Il primo ed unico pareggio (0-0) si registra l’anno successivo.

Nell’edizione 1992-93 si ricorda l’ultimo precedente e più rotondo successo del Pescara. Gli abruzzesi strapazzano gli uomini guidati da Ottavio Bianchi con il risultato di 3-0: Ottavio Palladini aprì le marcature al 52’ minuto, mentre una doppietta di Stefano Borgonovo (74’ ed 88’) fece calare il sipario sull’incontro.

LE STATISTICHE – Dall’arrivo del tecnico Walter Mazzarri (anche per lui un passato da calciatore con la maglia del Pescara nella sfortunata stagione 1981-82), il Napoli ha sempre conosciuto l’aria dei piani alti e dell’Europa che conta. I partenopei rappresentano, ormai da diversi anni, la prima alternativa alle “grandi” del torneo. Il sogno dello scudetto è stato sfiorato anche quest’anno, ma il periodo di appannamento nel momento più delicato e decisivo del torneo è stato fatale alle ambizioni degli azzurri.

Ora si lotta per rinforzare ulteriormente il secondo posto in classifica che garantirebbe loro l’accesso diretto al tabellone di Champions League. Il margine di vantaggio sul Milan è abbastanza rassicurante (sette punti): ma un avversario come il “Diavolo” non è da sottovalutare. Il tecnico livornese può contare su un buon rendimento della sua squadra in trasferta, costellato da otto successi, cinque pareggi e quattro sconfitte. S’incontreranno il peggior attacco della massima serie (venticinque gol fatti) contro la seconda difesa del campionato (trentadue reti subite).

LE FORMAZIONI – Si tratta d’una sfida incrociata anche sulle panchine. Il passato in biancazzurro di Walter Mazzarri fa il paio con la stagione all’ombra del Vesuvio da parte di Christian Bucchi. Destini incrociati che rappresentano solo una delle diverse chiavi di lettura del match di questa sera. I padroni di casa giocano per concludere al meglio la stagione, i campani per rinforzare il loro secondo posto. Tuttavia, gli ospiti dovranno fare a meno di due uomini fondamentali come Behrami e Cavani, entrambi squalificati dal Giudice Sportivo per una giornata. Ciò, comunque, non impedisce ai numerosissimi tifosi napoletani attesi allo stadio “Adriatico” di riempire la Curva Sud e rendere la sfida ancor più carica di significato. Poche le novità attese, sia da una parte che dall’altra.

In casa pescarese, Bucchi sembra aver trovato la quadratura del cerchio: il modulo riproposto sarà il 4-2-3-1 che, però, vedrà variare qualche interprete rispetto alla trasferta di domenica scorsa allo stadio “Olimpico” contro la Roma. Modesto è out a causa di un risentimento ai flessori, così come Blasi il cui problema agli adduttori gli impediranno di scendere in campo. Nessuno dei due è stato convocato, unendosi alla larga schiera d’indisponibili che vede già fuori D’Agostino, Krøldrup, Quintero e Weiss. Per questo, l’allenatore degli abruzzesi proporrà Balzano sulla fascia sinistra dal primo minuto con Zanon sulla corsia opposta; al centro, spazio a Capuano e Cosic. Lo schermo davanti alla difesa sarà composto da Rizzo e Togni, mentre il solito trio Caprari-Cascione-Sculli sosterrà l’unica punta Sforzini. Il rientro del calabrese dalla squalifica dirotta Celik in panchina.

I napoletani ritrovano in porta De Sanctis dopo l’infortunio al gomito che l’ha tenuto fuori in occasione dell’ultima sfida. Senza l’apporto di Behrami e Cavani, l’allenatore livornese rispolvera dal primo minuto Inler in mediana ed affianca l’ex Insigne accanto a Pandev in attacco. Qualche dubbio in difesa, dove gli unici sicuri di scendere in campo saranno Britos e Cannavaro: il ballottaggio coinvolge Gamberini e Campagnaro con l’ex della Fiorentina in leggero vantaggio sull’argentino. Ancora in panchina Armero, nonostante scalpiti. Ma le parole di Mazzarri affievoliscono le velleità del colombiano: «È in buona forma, ma Maggio e Zuñiga mi danno maggiori sicurezze».