El Tigre è tornato, ed è pronto a ruggire come i vecchi tempi. Ci ha messo più del previsto, circa tre anni, ma alla fine Falcao ce l'ha fatta, tornando ad essere quella macchina da gol tanto temuta ed apprezzata ai tempi in cui indossava le maglia di Porto e, soprattutto Atletico Madrid. Superando un periodo difficile, puntellato anche di moltissimi infortuni, l'attaccante colombiano non ha mai mollato, mettendo a tacere i pregiudizi negativi e trovando in Jardim un vero e proprio mentore con cui rinascere.
Reduce dalle negative esperienze con le maglie del Manchester United e del Chelsea, infatti, Falcao sembrava ormai un giocatore finito, a causa anche della carta d'identità non più verde. Eppure, in ricordo dei vecchi tempi e facendo leva su una classe cristallina, la tigre di Santa Maria si è rimesso in gioco, tornando a quel Monaco che lo aveva già prelevato nel 2013, sborsando la modica cifra di 60 milioni di euro. Dimezzandosi lo stipendio e partendo senza troppe pretese, Falcao ha finalmente ritrovato se stesso, diventando uno degli attaccanti più temuti della Ligue 1.
Esordendo con l'ottimo bottino di due gol in altrettante gare, nel turno di qualificazione contro il Fenerbahçe per la Champions League, el Tigre non ha più trovato ostacoli, superando indenne l'ennesimo infortunio e riprendendo da dove si era fermato: segnando. Il 2 novembre, dopo sei anni, torna a segnare nella fase a gironi della massima competizione europea, mentre il 10 dicembre sono addirittura quattro le reti messe a segno contro il Bordeaux, in Ligue 1.
I suoi numeri, considerando solo la prima parte del campionato, sono impressionati: 11 gol e 2 assist fatti, senza considerare le innumerevoli sponde che hanno avviato la manovra offensiva. Non è un caso che il Monaco sia il primo per numero fatti e che spesso abbia stritolato i rispettivi avversari. Gran parte del merito, forse, va anche al Tigre Falcao.