Si chiude nel peggiore dei modi l'anno solare del Monaco di fronte al pubblico di casa del Louis II. I ragazzi di Leonardo Jardim, chiamati a rispondere all vittoria del Nizza di Balotelli, non hanno retto la pressione, crollando sotto i colpi di un grande Lione, ora di nuovo in lizza per le posizioni di vertice.
Al Louis II accade di tutto, con il Lione che chiude i primi 45' in vantaggio di un uomo e di un gol. Nella rirpesa, Lacazette fallisce un rigore ma il Lione si porta comunque sull0 0-2 con Valbuena. Il gol di Bakayoko ridà speranze al Monaco, ma nel finale Lacazette sentenzia il successo. Con questo risultato, il Nizza di Balotelli mantiene 4 lunghezze di margine sul Monaco, laureandosi di fatti, campione d'inverno con un turno d'anticipo.
Forte di una condizione psicofisica tra le migliori d'Europa, il Monaco di Jardim si vede chiamato a rispondere alla doppietta di Balotelli, che nel pomeriggio, ha portato a quattro le lunghezze di distanza tra Nizza e Monaco.
I monegaschi, reduci da un momento di forma eccezionale, possono proporre l'onze de gala che tanto sta dominando in Francia; dunque, solito 4-4-2 con Lemar e Bernardo Silva a fare gli esterni di centrocampo, Germain e Falcao la letale coppia d'attacco.
Non sorride invece, Bruno Genesio, allenatore del Lione costretto a rinunciare proprio a ridosso del kick off a Capitan Gonalons. Dunque, OL costretto a reinventare il proprio assetto tattico per passare ad un 4-4-1-1 caratterizzato dall'arretramento di Ghezzal e Valbuena, e dall'inserimento, alle spalle di Lacazette, di Fekir.
I PRIMI 45' DI GIOCO:
Sospinto dal pubblico raffinato del Louis II, al kick off, il Monaco scatta con la dinamite tra i piedi. I padroni di casa mettono subito sotto pressione un Lione passivo, forse intimidito dalla perdita di Gonalons nel riscaldamento.
Le occasioni iniziano a fioccare, e dopo qualche minuto, Lopes è già costretto a mettere alla prova i suoi riflessi felini. Bernardo Silva, in coppia con Lemar, ricama in mezzo al campo, attirando tutte le attenzioni per poi aprire il gioco verso il libero Mendy.
L'ex Marsiglia controlla alla grande, da un occhiata a Lopes, poi lascia partire un diagonale radente l'erba, molto ben indirizzato. L'estremo difensore dell'OL però, apre il compasso riuscendo ad intercettare con la punta del piede. La palla resta vagante, dopo un batti e ribatti, e ancora Mendy, stavolta con il drop al volo, a mettere in crisi il Lione. Lopes non batte un ciglio e in allungo, indossando il mantello di Superman, toglie la sfera dal sette.
L'avvio, interamente di marca monegasca, sembra presagire un match caratterizzato dal dominio dei padroni di casa, reduci da un momento di forma eccellente. In realtà, con il passare dei minuti il Lione inizia a rispondere agli stimoli, cercando praterie utili per sfoderare la corsa dei suoi velocisti.
Spinta alla continua offesa, la squadra di Jardim perde qualche riferimento, finendo per concedere tempo e spazio ad un Lione che, con i suoi ragazzi terribili, inizia a macinare gioco.
Le folate di Rafael, gli inserimenti di Fekir e la classe di Valbuena diventano improvvisamente dei fattori nell'incontro, che svolta improvvisamente al minuto 29'. I ragazzi di Genesio ripartono rapidi struttando Valbuena, poi bravo nella giocata centrale su Tolisso. L'oggetto del desiderio juventino opera con intelligenza, riconsegnando a Valbuena, perfetto nel servire l'assist dalla parte opposta, dove Ghezzal è totalmente libero. Il controllo è perfetto, il tiro chirurgico. Subasic non ci può arrivare.
Lo 0-1 sposta clamorosamente gli equilibri di un match sino a quel momento bellissimo, ma che dal 30' in poi assume i connotati di una mezza corrida. I ragazzi di Jardim iniziano ad innervosirsi, fino all'episodio che cambia irrimediabilmente il match. Tolisso e Mendy vengono a contatto a palla lontana. I due si spingono a vicenda, poi, il monegasco accecato dalla rabbia, rifila un calcione da dietro al centrocampista dell'OL.
Il direttore di gara vede tutto: rosso diretto a Mendy, colpevole di un gesto bruttissimo e privo di ogni significato.
I SECONDI 45' DI GIOCO:
In avvio di ripresa, dopo un finale di tempo poco spettacolare e assolutamente caliente, il Monaco inizia caricando a testa bassa, creando subito una grandissima chance. Sugli sviluppi di un corner, il pallone finisce sui piedi di Germain, il cui tiro a botta sicura viene deviato dal braccio larghissimo di Tousart. Per Buquet non è calcio di rigore; per tutto il Louis II sì.
Tra le grandissime proteste, il Monaco rischia anche l'imbarcata. Il contropiede condotto da Valbuena libera ancora una volta il destro affilato di Ghezzal, stavolta ben stoppato da Subasic.
Lo stesso Subasic è protagonista assoluto qualche minuto dopo, quando il Lione beneficia di un calcio di rigore che scatena una rissa davanti la porta dle croato. Ai monegaschi saltano i nervi, ma Buquet, stavolta non prende provvedimenti seri, lasciando il match in 10 - 11.
Dal dischetto però, Lacazette conferma le doti, non proprio da tiratore scelto. Subasic intuisce l'angolo basso e intercetta. Il Louis II ruggisce pensando ci sia ancora una partita da giocare. Un paio di minuti appena, però, e cala il gelo. Stavolta dalla destra, il Lione trova lo spazio per affondare il colpo. Ghezzal si traveste da uomo assist, Valbuena, con un destro al volo straordinario, da goleador.
Sullo 0-2 e con un uomo in meno, l'impresa sembra impossibile. Il Monaco però, trova energie extra, gettando anche il cuore oltre l'ostacolo. Prima, arriva il gol in fuorigioco - giusto - di Jemerson. Poi, al 70', quello che vale di Bakayoko, ispirato dall'azione travolgente di un grande Lemar. E' 1-2.
Il Monaco inizia a crederci; Jardim rischia l'all-in. Dentro tutti gli attaccanti monegaschi - Mbappe e Carillo compresi - che finiscono per sbilanciare oltre modo un Monaco già in 10. Il risultato più ovvio si concretizza a quattro dal traguardo, quando su una situazione di corner, Subasic sbaglia l'uscita, concedento a Lacazette l'occasione di rifarsi.
Il killer con la 10 stoppa di petto e piazza la palla all'angolino, sul Luois II, calano i titoli di coda.