Se il buongiorno si vede dal mattino, l'alba francese a Nizza ha un colore ed un sapore diverso per Mario Balotelli. Due colpi, i primi battuti in territorio francese al primo appuntamento, quello forse più importante nel derby della Costa Azzurra: il primo su rigore, il secondo di testa. Difficile, ciò nonostante, affermare che l'attaccante bresciano sia già tornato quello vero. Troppo presto, troppi i tradimenti che hanno costellato la sua già lunghissima carriera. Troppe delusioni, quindi andiamoci con i piedi di piombo.
L'avventura transalpina di Mario inizia però nel modo migliore, questo si può sicuramente dire, con due gol che consentono agli uomini di Favre di mantenere la vetta della classifica assieme al Monaco. Aveva voglia Balotelli, quantomeno di partire con il piede giusto, riscattando un anno e poco più di nulla assoluto, di vuoto totale. Troppo poco, perfino per lui. Due lampi, che squarciano la serata di Nizza in una delle gare più attese in città. Una scelta precisa quella della Costa Azzurra, giustificata nel post gara dalle sue stesse parole: "Ho scelto il Nizza perché il presidente mi ha detto che c’era una squadra giovane e che dovevo ritrovare il sorriso. Negli ultimi anni svevo perso il piacere di giocare, ma ora mi sento bene".
Per capire se quest'avventura sarà un nuovo inizio occorre tempo, occorre quella continuità tecnica ma soprattutto mentale, di tenuta, che Mario non ha mai avuto salvo rarissime eccezioni. Ciò che il Balotelli uomo ha sempre avuto è però la schiettezza di dire sempre ciò che pensava, senza alcun giro di parole. Le stesse che servono per tornare sul passato, dichiarandosi consapevole delle pessime scelte fatte negli ultimi mesi: "Il Liverpool è stata la peggiore scelta della mia carriera: mi sono trovato male con due allenatori come Rodgers e Klopp che non mi hanno lasciato una buona impressione. I tifosi sono straordinari, ma non sarei dovuto andare a Liverpool né tornare al Milan, mi sono trovato male″.
Importante, quasi fondamentale, sarà saper imparare dai suoi errori, quelli fatti in questa decade di carriera che tra alti e bassi mai lo ha dipinto come superstar, sempre imbrigliato tra le pieghe di un carattere che ne ha frenato l'esplosione. Tuttavia, Mario crede ancora in sè stesso, nel suo futuro, nelle sue immense potenzialità: "Non sono come Ibra, lui è molto diverso: se davanti ha dei leoni è tranquillo, così come con gente perbene. Io invece ho bisogno di avere un ambiente sereno per rendere al massimo. Penso che avrei già potuto vincere il Pallone d’Oro, ma comunque se mi alleno bene posso conquistarlo nel giro di due o tre anni".
Un nuovo inizio, chissà, ciò che conta, per ora, è che Balotelli ha ritrovato il sorriso. La speranza, ora, è che non lo perda ancora una volta strada facendo.