Mandato in archivio il 2013 e con esso il girone d’andata, è tempo di fare bilanci in Ligue 1. Dopo diciannove partite non sembra cambiato quasi nulla in terra francese: il Paris Saint-Germain è sempre davanti a tutti, anche se rispetto allo scorso campionato c’è una nuova concorrenza formata dal Monaco, tornato come ci si attendeva a competere ad alti livelli, e il Lilla che nonostante l’addio di Rudi Garcia si è affermato come prima alternativa alle due corazzate degli sceicchi. Più indietro c’è una lotta che si preannuncia molto avvincente per i posti che valgono la qualificazione alle coppe europee del prossimo anno: si va dal Bordeaux all’Olympique Marsiglia, senza ovviamente tralasciare formazioni blasonate come Saint-Etienne e Nantes. E poi la battaglia per la salvezza che vede protagoniste squadre inaspettate a inizio stagione come Rennes e Montpellier, con Sochaux e Valenciennes per nulla intenzionate ad arrendersi e l’Ajaccio che pare al momento l’unica realmente condannata alla retrocessione in Ligue 2.

I numeri

Nel girone d’andata sono stati segnati complessivamente 460 gol, con la media di 2,43 a partita. Si è segnato di più nel secondo tempo (250) rispetto al primo (210). PSG miglior attacco con 44 reti realizzate, fanalino di coda l’Ajaccio con appena 13 gol all’attivo. Sono stati fischiati 39 calci di rigore: Lione, Nantes e Ajaccio sono le squadre che non hanno ancora usufruito di penalty a favore. La difesa migliore non è quella dei campioni in carica, bensì del Lilla con 8 reti subite (unica squadra sotto la doppia cifra), del Sochaux la peggior retroguardia con 39 gol al passivo. Ai calciatori di Ligue 1 sono stati mostrati un totale di 666 cartellini gialli e 51 rossi. Il record di ammonizioni è condiviso tra Ajaccio e Tolosa con 42 gialli, mentre la squadra più cattiva è il Montpellier con ben 10 espulsioni. Marsiglia e Monaco le uniche squadre a non aver mai perso uomini a partita in corso. Ibrahimovic rimane il re dei marcatori con 15 gol segnati, seguito dal compagno di squadra Cavani a 12: alle loro spalle Aboubakar del Lorient (11) che vanta una precisione maggiore del capocannoniere, dato che trova la porta il 50% delle sue conclusioni contro il 38,5% dello svedese.

Corsa a tre per il titolo

Osservando la classifica di fine andata salta immediatamente all’occhio il gruppetto di tre squadre che hanno nei fatti monopolizzato le prime posizioni. A guidare questo triumvirato è il Paris Saint-Germain: i campioni in carica hanno fatto capire di volersi riconfermare sul trono di Francia a suon di vittorie (13 su 19 partite). Laurent Blanc sta proseguendo sul solco del lavoro iniziato da Carlo Ancelotti: ne sono una testimonianza i 44 punti messi in cassaforte, ben 6 in più rispetto a un anno fa. A parte qualche passaggio a vuoto (vedesi Annecy, dove i parigini hanno rimediato la loro unica sconfitta), il rullino di marcia di Thiago Silva e compagni equivale a quello di un esercito al pieno della propria potenza. A un gruppo già forte si sono aggiunti nuovi tasselli pregiati: Marquinhos, Digne e soprattutto Cavani hanno ulteriormente incrementato la cifra tecnica di un team che pare destinato a dominare negli anni a venire. L’esigenza di allargare la rosa si rende necessaria per lavorare su due fronti: vincere con continuità in Francia e provare a farlo anche in Europa. Tuttavia, il campionato è ancora aperto e il merito va dato alle inseguitrici: Monaco e Lilla stanno riuscendo a mantenersi alle spalle del PSG, pronte ad approfittare del minimo sbandamento dei campioni in carica. I monegaschi hanno fin qui rispettato le attese, proponendosi come principale alter ego dei parigini: Ranieri e i suoi ragazzi hanno conquistato solo una vittoria in meno rispetto alla truppa di Blanc (12), anche se sono andati in fumo proprio nell’ultima gara dell’anno l’imbattibilità interna e il record di punti al giro di boa. Il principale merito dell’allenatore italiano è stato quello di costruire un gruppo coeso e soprattutto non dipendente da Falcao: quando la stella colombiana è rimasta ai box, i risultati sono arrivati ugualmente. James Rodriguez, Joao Moutinho e Rivière hanno assicurato un rendimento in termini di gol decisamente soddisfacente: da non sottovalutare nemmeno il giovanissimo Martial, un acquisto passato sotto traccia ma che si sta rivelando di enorme prospettiva per il futuro. Alzi la mano invece chi ad agosto pensava che il Lilla potesse lottare per il titolo. Sesto l’anno scorso e orfano del proprio mentore Rudi Garcia, salpato alla volta di Roma, nessuno avrebbe scommesso un euro su una squadra priva dei talenti a disposizione di altri club. E invece René Girard, l’artefice del miracolo Montpellier, ha saputo tirar fuori il meglio da un gruppo coeso di giocatori desiderosi di stupire. A cominciare dal portiere, il nigeriano Enyeama, che ha stabilito il record di imbattibilità oltre i 1.000 minuti. Una coppia di difensori che abbiamo conosciuto in Italia, Kjaer e Rozehnal, centrocampisti dotati di piedi buoni come Balmont e Mavuba, oltre a un certo Salomon Kalou a guidare l’attacco completano l'organico dei biancorossi. Non è possibile sapere se il Lilla durerà fino alla fine, però la consapevolezza è quella di trovarsi di fronte a una squadra che se adeguamente ritoccata negli anni potrebbe dare fastidio all’élite. Nell’ottica del presente campionato il divario dal PSG appare elevato, anche se proprio nell’ultima partita dell’anno al Parc des Princes i Dogues non hanno affatto sfigurato. Va tenuto conto anche delle coppe: i parigini saranno impegnati su diversi fronti, a cominciare da quella Champions League che è il sogno proibito dello sceicco Nasser Al-Khelaifi. Sia Monaco che Lilla non partecipano alle competizioni europee ed entrambe sono state eliminate dalla Coppa di Lega: l’unico impegno extra-campionato comune alle tre squadre è la Coppa di Francia, mentre il PSG è ancora in corsa in tutte le competizioni. Chissà se a un certo punto la stanchezza non giocherà un ruolo decisivo.

In cinque per un posto

Ormai blindati i posti Champions dalle prime tre in classifica, restano ancora da assegnare i tre pass per la prossima Europa League. Molto dipenderà dalle due coppe nazionali (Coppa di Francia e Coppa di Lega), le cui vincitrici saranno qualificate di diritto a meno che ad aggiudicarsi i trofei non siano formazioni che vanno in Champions. L’unica certezza al momento è che ai preliminari di Europa League andrà la quarta in classifica e qui il duello s’infiamma. Partito male e con un clima di sfiducia legato a una campagna acquisti al ribasso, il Bordeaux ha recuperato posizioni nella parte finale dell’anno e ora vuole conquistare quella Europa League che quest’anno l’ha visto uscire senza troppe lodi. Il gruppo a disposizione di Gillot è ormai collaudato e cercherà di proseguire sull’onda del finale d'anno. Scalpita dal desiderio di tornare in Europa anche il Saint-Etienne: una squadra interessante a cui è mancata la continuità delle formazioni di vertice. La recente esplosione di Erding lascia ben sperare per il futuro. Sperava in ben altro tipo di campionato il Marsiglia: replicare al secondo posto dell’anno scorso sembrava possibile, tenendo conto anche degli importanti investimenti fatti in estate (Imbula, Thauvin e Payet su tutti). L’avvio pareva promettere bene, poi qualcosa è andato storto probabilmente per l’inesperienza di molti elementi. Il tutto accompagnato da una Champions League disastrosa, condita da sei sconfitte in altrettante gare, che ha determinato l’esonero di Baup. Vedremo se Natale porterà con sé un nuovo allenatore oppure se si andrà avanti con il ds Anigo. Una candidata forte al quarto posto è anche il Nantes: una vecchia nobile del calcio francese tornata in auge, anche se in pochi potevano aspettarsi subito un campionato di alta classifica da parte di una neopromossa priva dei liquidi dei potenti investitori stranieri. Djordjevic è il leader indiscusso di un gruppo in cui emergono altre individualità interessanti, come il trequartista americano Bedoya e l’attaccante venezuelano Aristeguieta. Attenzione anche a una quinta candidatura per la zona europea, quella del Reims. La squadra di Fournier è una possibile mina vagante per tutti: il lavoro intrapreso nel 2010 sta dando i suoi frutti e alla seconda stagione consecutiva in Ligue 1 i rémois sono sulla buona strada per migliorare il quattordicesimo posto dell’anno scorso, rappresentando una minaccia per le più quotate formazioni di questa zona. Oniangue, Ayité e Charbonnier sono solo alcuni degli interpreti di un gruppo che non ha un vero e proprio leader, ma che è da tenere in forte considerazione.

I rimpianti di Lione e Nizza

Nel limbo di metà classifica ci sono tutta una serie di squadre che hanno superato abbondantemente quota 20 punti, dunque si trovano sulla buona strada verso una salvezza tranquilla. Ciononostante ci sono formazioni che mai si sarebbe pensato di trovare qui. A cominciare dal Lione: un netto passo indietro rispetto allo scorso campionato, dove aveva chiuso al terzo posto. Il mancato approdo alla fase a gironi di Champions ha enormemente condizionato la stagione, fatta di pochi alti e troppi bassi che hanno mantenuto i rodanesi lontani dai quartieri di vertice. Nei prossimi mesi Garde si gioca la riconferma: a questo punto assumono un ruolo fondamentale le coppe che possono garantire la qualificazione europea a prescindere dal posizionamento in campionato, oltre all’Europa League che a questo punto diventa l’obiettivo prioritario dell'OL. Altra grande delusione di questa Ligue 1 è il Nizza: replicare al quarto posto della passata edizione era obiettivamente molto complicato, però si è assistito quest’anno a una netta involuzione di gioco e risultati. L’inaugurazione del nuovo stadio, l’Allianz Riviera, non ha dato la necessaria scossa emotiva alla formazione di Puel che ora deve stare attenta a non farsi coinvolgere nella lotta per la salvezza. Seguono la norma invece Lorient, Tolosa, Guingamp e Bastia: tutte squadre per le quali essere arrivate in questa posizione dopo diciannove partite rappresenta sicuramente un successo, ma per cui ora il difficile sarà mantenersi lontane da risvolti rischiosi.

Pericoli per Rennes e Montpellier

Fino a poche settimane fa sembrava che si fossero già trovate le tre candidate per la retrocessione in Ligue 2. Ajaccio, Sochaux e Valenciennes hanno inanellato una sconfitta dietro l’altra e parevano destinate a un campionato di pianti. Tutte e tre hanno cambiato allenatore: l’Ajaccio ha esonerato l’italiano Ravanelli, il Sochaux ha silurato Hély e il Valenciennes ha dato il benservito a Sanchez. Nell’ultimo turno del 2013 Sochaux e Valenciennes hanno trovato due vittorie che potrebbero dare un po’ di verve a una storia dal finale altrimenti scontato. L’Ajaccio appare la classica vittima sacrificale del campionato: i numeri impietosi certificano di una squadra che, a meno di un forte elettroshock, è già diretta verso la serie inferiore. Se queste squadre dovessero cominciare a fare risultati, ci sono altre formazioni che potrebbero cominciare a tremare. A partire dall’Evian, il piccolo club di Annecy a caccia della quarta stagione consecutiva in Ligue 1. I gol di Bérigaud potrebbero non bastare per garantirsi la permanenza tra i grandi. Ben diversa la situazione del Rennes: i bretoni sono partiti con ben altre ambizioni, invece si trovano coinvolti in una situazione che rischia di celare insidie. Analogamente delicata la situazione del Montpellier: la prima partita di questo campionato, dove ha messo in enorme difficoltà il PSG detentore del titolo, è solo un lontano ricordo di una squadra che un anno e mezzo fa si laureava per la prima volta campione di Francia, mentre ora rischia a soli due punti dalla zona retrocessione. Per scongiurare tragiche fatalità sportive è stato richiamato sulla panchina Courbis, l’artefice della promozione degli orange nella massima divisione.