Serata di grande atletica a Dusseldorf. IAAF World Indoor Tour, tappa teutonica. Due atleti strappano la copertina. Il ceco Stanek costruisce una serie d'eccellenza nel peso, prima approda a 21.98, poi sfonda in modo perentorio la barriera dei 22. 22.17, guanto di sfida ai principali rivali, misura che riscrive le graduatorie stagionali e funge da monito in vista dei prossimi impegni. Il croato Zunic, secondo, è a oltre un metro. Su, invece, si cimenta nei 60. Già in batteria è una scheggia, la finale è poi straordinaria. L'asiatico esce dai blocchi come una palla di cannone, ferma il cronometro a 6"43, tempo mirabile. Nove centesimi sulla coppia Perez - Rodgers, un'eternità.
Nei 60 piani, al femminile, sigillo della Philip - 7"17. Sulla medesima distanza, ma con ostacoli, tra le donne è doppietta americana. La Manning - 7"77 - brucia la Nelvis. Duello di casa per il terzo gradino del podio, la Dutkiewicz precede la Roleder. Quinta la Talay. Al maschile, l'ungherese Baji - 7"64 - regola Balnuweit e Trajkovic.
Kendricks, il padrone dell'asta, deve arrendersi al polacco Lisek. Non basta, all'americano, il salto a 5.78 - stesso limite del greco Filippidis - perché Lisek supera i 5.86 e chiude i conti. In difetto il canadese Barber - 5.70. Sempre in tema di concorsi, si conferma solidissima la Spanovic. Si aggiudica il lungo con un ottimo 6.77, solo quarta la Bartoletta, ancora in rodaggio.
Kszczot rafforza il connubio con Dusseldorf e si prende gli 800 - 1'46"47, gara divisa in due serie - mentre i 3000 sono dell'etiope Kejelcha - 7'40"55, volata regale su Birgen. Infine i 1500. Kibet - 3'36"86 - anticipa Wote e Holusa, tra le donne fa il vuoto la Chepkoech - 4'04"21. Staccate Cichocka e Chebet.