A Kitzbuehel, Henrik Kristoffersen sprigiona rabbia e carattere, scioglie, in un sol colpo, le cocenti delusioni del recente periodo per conquistare il più nobile pendio di coppa. Il norvegese inchioda il rivale di sempre, Marcel Hirscher, e rifila distacchi abissali agli avversari. Non c'è diritto di replica, perché Kristoffersen, pur con pista rovinata, non presta il fianco, anzi controlla il margine costruito nella prima discesa. Hirscher non è il solito Hirscher, scia bene, ma senza dare quella sensazione di onnipotenza. Guadagna una posizione rispetto alla porzione inaugurale di gara, ma deve rendere omaggio allo scandinavo. Secondo il fenomeno austriaco, il gap è nell'ordine dei 97 centesimi.
L'uscita di Matt - l'unico sulle code di Kristoffersen nella prima manche, un decimo tra i due - di fatto segna la fine della contesa, perché Henrik può aprire il cancelletto senza una eccessiva pressione a gravare su bastoncini e idee. Scivola via, leggero. 1:48.49, questo, nel complesso, il suo tempo. A rifinire il podio, Daniel Yule. Lo svizzero è a 38 centesimi da Hirscher.
Da segnalare, nella seconda, la risalita di Muffat Jeandet e Manuel Feller. Quarto il transalpino, quinto l'austriaco, un progresso, per entrambi, di sette piazze. Non solo Yule, la Svizzera pilota in top ten anche Zenhaeusern - sesto - mentre in settima casella troviamo Norbotten.
Il migliore azzurro è Moelgg - nono. Paga dazio nella prima - addirittura diciassettesimo - il riscatto parziale non cancella le difficoltà di stagione. Continua invece in altalena l'annata di Gross. Sesto e in corsa dopo la prima parentesi, perde contatto con il vertice e precipita in undicesima posizione a 12 centesimi dal connazionale. Per completare il discorso Italia, ventiduesimo è Sala.