È un detto vecchio come il Mondo: fra le due litiganti, la terza gode. E così, mentre gli occhi di tutti sono puntati su Shaunae Miller e Allyson Felix - ancora faccia a faccia un anno dopo la sfida olimpica di Rio risoltasi a favore della bahamense - l'oro nei 400 metri piani femminili se lo prende Phyllis Francis.

È lei la migliore a domare il sempre temuto "giro della morte", flagellato dalla pioggia e dal freddo che per tutta la serata han fatto da poco graditi compagni di viaggio ai protagonisti delle gare londinesi. A fare rumore, il crollo di Shaunae Miller, in testa per tutta la gara prima che di botto la benzina finisse senza nemmeno passare dalla spia della riserva, lasciando gomme a terra l'oro di Rio. Ma soprattutto, lasciandola senza medaglie, ai piedi di quel podio su cui riesce a salirci Allyson Felix, terza e beffata al fotofinish dalla ragazzina del Bahrein Salwa Eid Naser, classe 1998 e nessun timore reverenziale nel gettarsi nell'arena a combattere con autentici mostri sacri della specialità. 

Altro personaggio copertina della serata è il norvegese Carsten Warholm, che sorprende sè stesso e avversari e si va a prendere il titolo Mondiale nei 400 ostacoli. Vola il vichingo - con tanto di copricapo di ordinanza con cui fare il giro d'onore e quello delle interviste - che resiste al ritorno del turco di Cuba Yasimani Copello e mette in fila anche l'americano Kerron Clement, terzo classificato di giornata.

Nella terza gara di giornata con in palio un titolo, abdica la campionessa di Rio Michelle Carter, terza. Scettro alla cinese Gong Lijao, che scaglia il ferro del suo mestiere a un ciglio dai 20 metri (19.94 la misura vincente) e "posteggia" al secondo posto l'ungherese Anita Marton.

Per casa Italia, da registrare la finale di Marco Lingua nel lancio del martello maschile e la bella prestazione di FIlippo Tortu nei 200 metri: il diciannovenne azzurro, malgrado non sia riuscito a centrare la finale, ha corso quello che a detta sua è stato "il miglior 200 della carriera". In finale ci va Isaac Makwala, che dopo essere stato costretto a correre in solitaria la batteria, ha strappato il pass per la gara decisiva a fini di medaglia con il secondo tempo complessivo. Dentro per un soffio Wade van Niekerk: il dominatore dei 400 metri, fatica nella distanza dimezzata, m alla fine centra il settimo e ultimo tempo utile.

Frah, Chelimo, Rutto: appuntamento a domani per le medaglie nei 5000 metri maschili, con tutti i protagonisti più attesi che non deludono. Nel lungo femminile, Darya Klishina accende la miccia e chiude a 6,66 le qualificazioni. Domani le medaglie, con Bartoletta e Spanovic pronte a raccogliere il guanto della sfida.