"Ora non mi aspetto di vincere in tutti i giganti". Con quel faccino lì, Mikaela Shiffrin ha sempre un po' l'aria birichina di chi non la conta del tutto giusta. Perchè vero, forse non vincerà tutti i giganti come fa invece con imbarazzante facilità fra le porte strette, ma intanto fa due su due sulla Panorama di Semmering, si incamera 200 punti allungando ulteriormente in classifica overall su Lara Gut (che mette a referto un sesto posto dopo il quarto di ieri) e mette nel mirino la ghiotta occasione di aggiungere ancora un po' di distanza nello slalom di domani.

E intanto da un'altra pennellata alle sue statistiche da urlo, toccando quota 25 vittorie in Coppa del Mondo (la terza in Gigante), dopo aver domato alla perfezione una gara al limite dell'estremo, con visibilità ridotta e sotto una nevicata che per tutto il tempo non ha smesso di cadere sulle atlete in gara. E poi eventi al limite della farsa. Far scendere Elena Curtoni con la Barioz ferma a bordo pista infortunata sa di follia, permettere che la francese venga portata a valle a spalla dallo staff tecnico è qualcosa di talmente surreale che verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere. In mezzo, tante atlete che, molto pragmaticamente, pensavano a portare a casa qualche punto e la pelle.

Anche se ogni tanto qualcuna accendeva i fuochi d'artificio: dapprima ci pensa Marie Michelle Gagnon, che si mette dietro un bel po' di concorrenti prima di cedere il leader's corner alla bravissima Ragnhild Mowinckel, decima dopo la prima manche e andata vicinissima a salire per la prima volta in carriera sul podio. A spezzare il suo sogno, la battaglie delle fuoriclasse, che si sono gettate con il cuore in gola lungo il pendio: Tessa Worley è come al solito regale e gioca le sue carte, Viktoria Rebensburg sta al gioco e da vita a una sfida sul filo dei centesimi che la vede cedere per soli 3, quindi è Mikaela Shiffrin a mettere tutte d'accordo, gestendo con assoluta padronanza la complicata situazione e tagliando il traguardo a braccia alzate.

Niente podio questa volta per l'Italia, con Manuela Moelgg che ancora una volta è la migliore delle azzurre dopo aver chiuso in quinta posizione, mentre una casella dietro staziona Federica Brignone. Ma al netto delle classifiche e della cronaca, resta la necessità di fare qualche riflessione sulla necessità di voler portare a casa a tutti i costi una gara che è stata tutt'altro che regolare.