Un grido azzurro squarcia il cielo canadese. In Italia, il giorno è al tramonto, quando Federico Pellegrino saltella nel tratto più impegnativo del circuito di Canmore per tenere le ruote dei vichinghi. Si incolla a chi guida e poi via, esce di scia e cambia passo in discesa. Ad avvalorare l'azione, materiali preparati alla perfezione dallo staff azzurro.
Condizione e intelligenza, la perfetta gestione del momento e della gara, lo sprint è di difesa, perché dietro le sbracciate vigorose di Brandsdal mettono paura, ma la linea d'arrivo spegne l'ardore scandinavo e scatena la festa tutta italiana. Manificat chiude il podio di giornata, Sundby, il n.1, è quarto, Northug sesto, fuori dal contesto, fin dalle prime battute dell'atto finale (scelta tattica).
L'Italia torna a flirtare con la tecnica classica, per la prima volta un fondista del bel paese si afferma sia in tecnica libera che con il passo alternato. Pellegrino, nella stagione della definitiva consacrazione, della Coppetta di specialità, sale a 8 successi in Coppa del Mondo, due meno nelle prove a breve gittata del satanasso Northug, sesto all time Chicco.
Una qualificazione senza particolari problemi - sesto tempo - poi fatica e sudore, l'attenzione massima all'evolversi del contesto, quarti e semifinali da secondo della classe, con la "spallata" a Ustiugov, il leader del tour canadese. La finale è un capolavoro che iscrive Pellegrino nella storia, con il fondo azzurro che accarezza il ricordo del Maj '99 (unica W in classico nella Sprint), che culla sogni d'oro con un ragazzo normale. 173 cm di talento, la classe che scherza la forza, il cuore che affonda i giganti.
Ordine d'arrivo:
1. PELLEGRINO Federico ITA 3:46.33
2. BRANDSDAL Eirik NOR +0.54
3. MANIFICAT Maurice FRA +1.00
4. SUNDBY Martin Johnsrud NOR +2.21
5. KROGH Finn Haagen NOR +32.79
6. NORTHUG Petter Jr. NOR +2:15.14