Alla fine dell'inseguimento valido per i mondiali di Oslo/Holmenkollen, i tecnici francesi scendono in pista e si inchinano di fronte al proprio imperatore. 
In fondo, gli allenatori transalpini hanno compiuto un gesto che avrebbe voluto fare tutti gli appassionati, per celebrare il dominio al quale Martin Fourcade ci sta abituando. 
Il fuoriclasse francese vince, anzi domina, anche l'inseguimento maschile, raccogliendo il terzo titolo in questa rassegna iridata, l'ottava medaglia d'oro ai mondiali in carriera. 
La vittoria odierna gli consente, tra le altre cose, di vincere la quinta Coppa del Mondo consecutiva, un'impresa mai riuscita a nessuno nel biathlon. E la sensazione è che, qualora volesse, potrebbe portarsi a casa almeno altre due-tre sfere di cristallo. 
Tutto starà nelle motivazioni di un atleta che all'età di 28 anni ha già vinto tutto. 

Con il successo odierno Fourcade arriva a quota 18 medaglie iridate, a meno due dal Luck, Gross e Fischer, che si trovano appaiati al secondo posto nella classifica dei plurimedagliati ai mondiali, dietro ovviamente a Bjørndalen. 
L'inseguimento odierno segue il copione atteso, con il francese a menare le danze e a gestire il vantaggio accumulato nella sprint. 
Le prime due sessioni di tiro sono perfette e gli permettono di arrivare ai poligoni in piedi con un vantaggio vicino al minuto sui più immediati inseguitori. 
Nelle due sessioni di tiro conclusive, Fourcade concede qualcosa ai rivali, mancando complessivamente tre bersagli. 
Si tratta comunque di errori ininfluenti, considerati i tanti secondi vantaggio. 

Alle spalle del detentore della Coppa del Mondo si scatena un'autentica bagarre, con i norvegesi protagonisti assoluti. 
Alla fine la spunta, neanche a dirlo, il più esperto e vincente di tutti: Ole Einar Bjørndalen
Il quarantaduenne nativo di Drammen, commette solamente due errori e riesce a tenere a bada la rimonta dei suoi rivali più giovani. 
L'argento odierno fa il più bis con quello portato a casa nella sprint e sale a quota 42 medaglie iridate e 177 podi in competizioni di primo livello. 
Superfluo sottolineare come in entrambe le graduatorie sia primo all-time. 

Incredibile pensare che, nonostante l'età, sia stato fino adesso lui l'avversario più credibile di Fourcade in questi mondiali, al netto dei tanti errori commessi dai più forti del lotto. 
Uno di questi è senza dubbio Emil Hegle Svendsen. Il campione norvegese tira fuori una gara d'orgoglio dopo l'opaca prestazione di ieri, quando era letteralmente crollato nel corso dell'ultimo giro. 
Svendsen risale dal diciassettesimo posto, con un solo bersaglio mancato, e batte nei metri conclusivi il connazionale Johannes Thingnes Bø, che raccoglie così un'altra medaglia di legno dopo il quarto posto nella sprint. 

Da segnalare le staordinarie rimonte di Jacov Fak e di Anton Shipulin, partiti rispettivamente con il pettorale numero 39 e 45 e capaci di chiudere al quinto e al nono posto. 
Il russo, in particolare, avrebbe potuto raccogliere addirittura un'incredibile medaglia di bronzo, se solo non avesse mancato proprio l'ultimo bersaglio del quarto poligono. 
Tra gli azzurri da segnalare il passo indietro di Dominik Windisch dopo il quinto posto di ieri. L'altoatesino commette in tutto sei errori, che lo relegano al 28° posto. 
Bene, invece, Thomas Bormolini (0+2+0+0), capace di recuperare ben 19 posizioni e di chiudere 37°. 
Più indietro Christian De Lorenzi 54°.