La Hermann Mayer di Flachau regala il trionfo a Viktoria Rebensburg, trionfo che mancava in gigante da tre anni, l’ultimo ad Are nel 2012. Sulla tracciatura canadese, con molte più curvature, la tedesca, terza al termine della prima manche complice un gravissimo errore tra il secondo e terzo intermedio, rifila 94 centesimi alla Drev, con una discesa magistrale e una sciata fluida e veloce nonostante le condizioni climatiche avessero subito un netto peggioramento rispetto al via. La pista infatti, sorprendentemente baciata dal sole almeno per le prime 15 discese, subisce con il passare dei minuti un peggioramento evidente, con il penultimo tratto del tracciato lasciato senza visibilità e il nevischio a presagire una nuova nevicata. Nonostante questo, Ana Drev riesce nell’impresa che a Lienz, tre settimane fa, le era sfuggita deragliando per la paura di vincere. Oggi, la trentenne veterana bavarese conquista il primo podio in carriera dietro la Rebensburg, dopo un’altra prima manche da fenomeno, contenendo la propria azione nella seconda, gestendo la pista al meglio.
Ma sulla pista di Flachau sono i colori azzurri a dominare la scena con una grandissima prova di squadra. Le nostre infatti interpretano una seconda discesa strepitosa, alla riscossa. Prima fra tutte Federica Brignone che, quinta a 77 centesimi dopo la prima frazione, complice un gravissimo errore in ingresso ad un tratto pianeggiante, ritrova il podio dopo un mese chiudendo terza a 99 centesimi dalla tedesca. Solo due piccole sbavature per l’azzurra che non compromettono una discesa intelligente, sciata in grande controllo e con una dinamica perfetta. La 25enne chiude a 65 centesimi di vantaggio dalla Brem, quarta, e consolida il terzo posto in classifica di specialità, staccata 67 punti dalla nuova leader, proprio Eva Maria Brem. Ci sono ancora 3 giganti, 300 punti in palio per ritornare al lontano 2007-2008 quando Denise Karbon vinse la coppa di specialità.
Dicevamo della grande prova di squadra. Già perché se la Brignone ritrova il podio, altre tre azzurre si posizionano tra le prime dieci. Approfittando delle condizioni favorevoli di visibilità, Nadia Fanchini sedicesima al termine della prima manche, riesce a tirarsi fuori dall’atteggiamento arretrato che nell’ultimo periodo ha caratterizzato la sua sciata in gigante e con un recupero nell’ultimo settore riesce a star davanti alla compagna di squadra Francesca Marsaglia, fino a quel momento in testa, di soli 2 centesimi. La Fanchini chiude sesta. Alle sue spalle un duo azzurro. La Marsaglia appunto, ventitreesima dopo la prima, è autrice di un seconda manche in progressione che chiude al settimo posto con il miglior tempo. Fenomenale la romana nel penultimo tratto di pista, quello che le farà guadagnare sulle altre atlete. Ex-equo con la Marsaglia, Manuela Moelgg. La trentaduenne, ottava dopo la prima manche complice un grave errore, commette anche nella seconda una sbavatura che è bravissima a recuperare rimanendo in pista, chiudendo alla pari con la compagna di squadra e guadagnando una posizione. Nota negativa in casa azzurra, l’uscita di Irene Curtoni. Grande il rammarico per lei. Paga la visibilità calante l’azzurra insaccandosi in un riporto e non riuscendo a tenersi in pista. Non è proprio la sua giornata con la prima manche compromessa da un gravissimo errore, con il braccio in rotazione sul palo, a rovinare una manche cronometricamente importante fino a quel momento. Chiude invece 18a Marta Bassino.
Ma il gigante di oggi regala due grandi sorprese. In chiave classifica generale, Vonn e Gut si annullano a vicenda. L’americana e la svizzera infatti sono le vittime illustri della gara. La prima, decima al cancelletto, parte a tutta salvo poi accusare nel secondo e terzo parziale e rimanere incastrata con lo sci nello spigolo di una porta non riuscendo a dare direzione per la curva successiva e carambolando nella neve. La svizzera invece, quarta dopo la prima manche, commette un errore in rotazione e chiude diciannovesima. La distanza tra le due è ora di 50 punti.
Manca di fluidità Tina Weirather che perde tantissimo nel terzo parziale e dopo due podi in gigante oggi deve rinunciarci. Miglior risultato della carriera invece per la 21enne austriaca Stephanie Brunner, leader della classifica generale di Coppa Europa, che era stata ventesima ad Aspen e a Courchevel e che è risalita dal tredicesimo al quinto posto. Nona la francese Taïna Barioz e decima la canadese Marie-Michèle Gagnon. Insomma, tra le porte larghe per le italiane il trend è esattamente l'opposto rispetto allo slalom, quattro nelle prime otto è un risultato.
Appuntamento con il circo bianco al femminile, domenica prossima per la discesa di Cortina d'Ampezzo.