E' l'evento dell'anno, l'appuntamento dove contano solo le medaglie e ci si gioca tutto. Preparazione mirata, dettagli perfezionati e gare di Coppa a fare da rodaggio trovano finalmente espressione nelle due settimane in cui a Vail, in Colorado, si compete per il titolo iridato. I risultati recenti danno fiducia in casa nostra: vari podi, condizione in crescita e sensazioni positive oscurano gli eventuali imprevisti dell'ultima ora e rilanciano le ambizioni. Un campione come Giorgio Rocca, tre medaglie mondiali e undici vittorie di Coppa su ventidue podi, ne sa qualcosa ed è per questo che possiamo essere ottimisti in chiave azzurra ma allo stesso tempo rimanere equilibrati, comprendendo i vari fattori condizionanti l'esito di una prova. Perché Giorgio, come sempre, spiega, fa luce e analizza, dando una visione chiara e completa di quel che potrebbe essere.

"La neve americana in questo periodo è diversa da quella di inizio stagione, è più dura e ghiacciata. Le piste sono state preparate al meglio e fa molto freddo. Proprio per questo motivo gli azzurri possono far bene, perché tradizionalmente amiamo i pendii con condizioni difficili. Le ultime gare ci fanno ben sperare, sia in campo maschile che femminile possiamo andare a medaglia in ogni disciplina, a parte lo slalom donne dove siamo più deboli." Così inizia uno dei più forti slalomisti italiani, riferendosi al team tricolore, aggiungendo "essere convocati per una tale manifestazione significa essere i migliori in campo nazionale e ciò può creare della pressione. In questi casi aiuta molto l'esperienza, ovvero l'aver già affrontato situazioni simili, ma pure il pizzico di sana incoscienza non è da sottovalutare. Nelle gare di Coppa puoi controllare quando sei in condizione, in questi casi no. E' molto importante l'allenamento pre-campionati, affrontare ogni prova e ogni curva oltre il 100%, così da testare e trovare il limite e prenderci confidenza."

Gli statunitensi si esaltano nelle gare secche e in più avranno il fattore "campo", cosa che Rocca ammette esser un bel vantaggio. "Innanzitutto possono allenarsi laggiù, anche più del solito, mentre gli avversari avranno soltanto pochi giorni. Questo significa familiarizzare bene con il manto e i pendii e avere ovvi benefici. Inoltre, un po' per mentalità un po' per la poca popolarità dello sci oltreoceano, gli statunitensi avranno poche pressioni."

I favoriti sembrano scontati, ma in realtà questi appuntamenti riservano comunemente sorprese perché "tutti cercano di dare il massimo e perciò è facile assistere a successi inaspettati. Onestamente nelle discipline tecniche la probabilità è bassa, dal momento che per essere stabilmente tra i migliori è necessaria tanta solidità e regolarità e ciò denota un livello comunque superiore. Nella velocità invece conteranno molto i materiali e i pronostici sono più aperti."

Parlando di exploit e azzardi Giorgio non può che concludere con Bode Miller, personaggio amato dagli appassionati ma rallentato da problemi fisici. "Non so cosa farà, ma si è allenato poco e ha gareggiato meno. Purtroppo se non si è al top è molto difficile, sebbene Bode con il suo talento ed esperienza potrebbe cercare di sopperire. Alla fine anche lui è vulnerabile come chiunque e la sua innata irregolarità è un ulteriore aspetto che non rema a suo favore."