Il sorriso di Lara Gut sul traguardo di St.Moritz, un misto di convinzione e classe, su un tracciato non facile, che respinge diverse favorite della vigilia. La discesa trova la sua naturale soluzione da metà tracciato, quando si entra nella parte più tecnica, ricca di curvoni e traiettorie al limite. Qui emerge il talento della Gut che si getta in picchiata sfiorando i pali, impostando con grande eleganza la giusta direzione, senza mai farsi trasportare oltre la linea perfetta. Sempre attaccata alla neve, indirizza gli sci e al traguardo la sensazione è di una grande prestazione.
Solo dopo però giunge la conferma, perché la svizzera, col pettorale 16, inaugura il gruppo delle migliori. La Maze è un fulmine in alto, ma sbaglia, incappando in un'insidia del terreno e nel finale è beffata dal vento e da una condizione fisica non ottimale. Peggio fa la Vonn, che, in linea con la Gut, va in rotazione, salutando di fatto il podio. Entrambe chiudono dopo le prime quindici posizioni.
La seconda piazza è per l'austriaca Fenninger, davanti nel primo tratto di scivolamento, ma poi risucchiata dalla Gut. 32 centesimi il ritardo all'arrivo. Il podio si completa con la terza posizione di Edit Miklos, brava a sfruttare il pettorale n.2 e l'assenza di folate decisive, in negativo, per tante altre.
Tra le grandi, delude la Wierather, solo nona, mentre la Rebensburg vede sfumare le prime tre posizioni nel finale, quando un errore pregiudica la velocità nel tratto conclusivo. Un decimo separa la tedesca dalla Miklos. L'Italia non brilla. Nadia Fanchini scende con l'uno, in un buon momento,ma paga tantissimo nella parte alta e si deve accontentare della ventesima piazza. La migliore è la sorella Elena, diciassettesima.