Il circo bianco ha ripreso il suo cammino. Prima tappa, Solden, in terra d’Austria. Prima gara il tecnicissimo gigante femminile. Primo dei sette stagionali. La gara non delude le attese. È una prova sorprendente chiusa dal podio ex-aequo tra la detentrice della sfera di cristallo Anna Fenninger e la piccola talentuosa americana Shiffrin. Testa a testa in entrambe le manche con una prova incredibile dell’austriaca che nella seconda, partita male, mette in pista tutte le sue doti di scivolatrice recuperando ed incrementando sulla connazionale Brem nel tratto a scorrimento finale. La Shiffrin dal canto suo, parte senza nulla da pardere, un po’ in sordina per come siamo abituati a vederla per poi limare proprio nel tratto finale quei 9 centesimi che la separavano dal primo gradino del podio. Ed è pari merito. Terza proprio la Brem, quarta l’altra austriaca Zettel a soli 2 centesimi dal podio. Quinta la nostra Brignone, davvero bravissima, a soli 37 centesimi dal primo posto. Bene anche le altre azzurre. Ben 4 sulle 6 qualificate alla seconda manche al traguardo, tre tra le prime quindici. La giovane Bassino, classe ’96, a punti all'esordio. Peccato per l'uscita della Moelgg e della Marsaglia. Malissimo la Maze, davvero irriconoscibile. Apparsa mai in gara, mai decisa nell’azione. Lei che ci aveva abituati a gare incredibili risente ancora della passata stagione sottotono e dell’eccessivo carico di lavoro in preparazione e chiude ventidueesima. La Worley al rientro dopo un anno di stop chiude sesta.
PRIMA MANCHE Annullata la sciata in pista del venerdì, recuperata in mattinata prima della gara, le donne affrontano la complicatissima pista di Solden nel primo dei 7 giganti stagionali. Parte fortissimo l’americanina Shiffrin, continua a stupire per qualità e atteggiamento la giovane statunitense, che sfrutta al meglio il pettorale di partenza, l’1, per chiudere la manche al comando. Non è stata immune dal durissimo Rottenbach però nemmeno lei, i numerosi dossi presenti specialmente sul muro centrale hanno condizionato la sciata ma grazie anche alle condizioni di visibilità accettabili limita i danni e impone il proprio tempo al traguardo. Il fondo tiene davvero poco e non è un caso che le prime posizioni, fatta eccezione per l’ottimo quarto posto dell’azzurra Brignone, siano appannaggio di atlete partite con i primi numeri. Tra queste, la detentrice della coppa di cristallo e atleta di casa, Anna Fenninger riesce, con il pettorale numero 5, a strappare la seconda piazza provvisoria essendo nettamente la migliore fino al secondo intermedio posto quasi alla fine del muro per poi concedere ben 44 centesimi alla shiffrin sul piano finale e solo 9 al traguardo. Terza la rientrante Tessa Worley, anch’essa al via con il pettorale numero 2, a 42 centesimi dalla testa. Il fondo via via si segna, soprattutto ad inizio curva, facendo subire molte sollecitazioni alle atlete e anceh la visibilità subisce variazioni. Sorprende in positivo la prova di Federica Brignone, la prima delle azzurre, quarta al traguardo ed incredula. Perde davvero poco l’azzurra, anche sul muro e chiude a 64 centesimi dalla vetta. Sono solo 20 però quelli che la separano dal terzo posto. Quinta Lara Gut. La svizzera parte a mille salvo poi rischiare di compromettere l’intera gara e scegliere di controllare la sua azione da lì al traguardo accusando un ritardo di 85 centesimi. Sesta la svedese Holmner, settima l’austriaca Eva Maria Brem. La Zettel, più volte a podio qui, chiude ottava. Nona la svedese Vikarby. Decima un’altra azzurra, Nadia Fanchini. Davvero una prova di cuore la sua soprattutto viste le sollecitazioni che avranno dovuto subire le sue articolazioni provate dai molteplici infortuni. Molte le cadute, 21 sulle 70 partenti, tra cui anche due azzurre, Sabrina Fanchini ed Elena Curtoni. Cadute illustri ma non clamorose quelle di Dominique Gisin, la sorella con il pettorale 65 si qualifica diciannovesima, e delle due austriache Goergl e Kiergasser. Distacchi abissali dalla quinta posizione in poi. Sul muro finale è davvero molto dura. Delude Tina Maze. Impallatissima la slovena, accumula 3’’97 dalla vetta. Parte ancora male come lo scorso anno. Ha cambiato allenatore e forse ha bisogno di tempo per trasformare in potenza tutto il carico di lavoro accumulato ma mai in gara in questa prima manche. Lei che due stagioni fa fece registrare il record di punti mai ealizzati da una donna, 2414. Chiude undicesima la Weiraither, al rientro dopo l’infortunio di Sochi che l’ha tenuta lontana dalle ultime gare della scorsa stagione, lei che sembrava in corsa per la generale. Qui poco fluida nella parte centrale. Un pochino in ombra anche la Rebensburg, dodicesima. Incredibile ancora una volta la gara della funambolica Mancuso che con il 47 si qualifica diciottesima. Bell’atteggiamento delle ragazze azzurre in gara, su una pista difficile, all’esordio stagionale, si qualificano 6 su 10. Tra queste la Bassino, classe ’96, chiude ventunesima. Ventidueesima Francesca Marsaglia. Quattordicesima invece Manuela Moelgg. Nicole Agnelli e Karoline Picher fuori dalle trenta rispettivamente per soli 1 e 12 centesimi.
SECONDA MANCHE La seconda manche è tracciata dall’allenatore tedesco. Nella prima parte ritroviamo gli stessi angoli rispetto alla precedente fino al primo cambio di pendenza. Il disegno facilita proprio questo cambio, meno significativo. Il tracciato gira poi un pochino di più con angoli più chiusi. All’ingresso sul ripido, c’è comunque ancora spazio ma molta pendenza, il fondo è duro e liscio. Già nella ricognizione qualche passaggio tendeva a spaccarsi. Il tratto centrale è davvero molto difficile. Sul finale del ripido vanno a diminuire i passaggi ma si cambia tatticamente l’atteggiamento, bisogna dare continuità all’azione. Bisogna avere più pazienza, nella prima parte dare direzione per poter far correre gli sci sulla traiettoria impostata. È una seconda manche che regala emozioni e che si chiude con lo splendido ex-aequo tra la Fenninger e la Shiffrin. Incredibile quello che hanno saputo fare in pista la giovanissima e talentuosa statunitense e la campionessa venticinquenne austriaca. Una lotta ai centesimi, nove quelli che l’americana, partita in sordina in questa seconda, riesce a recuperare sul piano finale. Proprio il tratto finale è ciò che ha regalato i primi 100 punti staginali alla Fenninger, Nonostante i molti errori sul ripido, lei, da grande scivolatrice quale è, è riuscita a recuperare e ad incrementare sulla connazionale Brem proprio al traguardo. Austria che conquista dunque anche il terzo posto proprio con Eva Maria Brem a 27 centesimi. Lei, settima dopo la prima manche, fa una gara tiratissima è bravissima a cambiar ritmo, a cercar velocità e a spuntarla su un’altra atleta di casa, la Zettel, di soli 2 centesimi. Squadra di casa che ha rischiato di colorare dunque per intero il podio dato che, prima della discesa della Shiffrin a chiusura di gara, proprio la Zettel era terza. Un altro piazzamento ai piedi del podio per lei come spesso le era accaduto la scorsa stagione, ma è solo l’inizio. Chiude quinta l’azzurra Brignone. A soli 37 centesimi dalle due trionfatrici. Federica c’è, lo ha dimostrato in quella che è la sua specialità. Lei che nella stagione 2011-2012 andò tre volte a podio oggi parte bene con una prova che dà fiducia, ed è lì, con le migliori. Peccato per il podio sfumato di pochissimo causa un errore nella parte alta. Per quanto riguarda le altre azzurre, fuori la Marsaglia, si è inclinata e non è riuscita a controllare gli sci impattando sui pali e rischiando di farsi male. Un vero peccato. Bene la Bassino che commette qualche errore ma chiude ventunesima a punti all’esordio in Coppa e sul Rottenbach. Fuori anche la Moelgg ed è un peccato visto che il mal di schiena quest’anno in preparazione le aveva dato tregua. Alla sua undicesima partecipazione qui, a podio nel 2010, non era ben posizionata in curva e causa un dosso che le ha fatto perdere il controllo nel momento di pressione butta via un buon piazzamento. Bene la Curtoni, avanti nel primo intermedio, chiuderà poi al quattordicesimo posto. Ancora una prova di cuore e tenacia quella della Fanchini che lotta come una tigre ma il grande dispendio della prima manche la fa chiudere in nona posizione guadagnandone una rispetto alla anche precedente. Tre atlete nelle quindici, due nelle dieci, non è male come avvio di stagione. Malissimo anche in questa seconda manche invece la slovena Maze. Addirittura dietro alla nostra Bassino. Cade la Gut, e il disappunto della svizzera è tutto nella rabbia del pugno tra la neve. La Worley, due medaglie mondiali, chiude sesta al rientro dopo un anno di stop.