Se potesse Anna Fenninger correrebbe solo il 28 dicembre. E' indubbiamente una data che porta davvero bene questa alla felina austriaca, che proprio su questo pendio vinse il 28 dicembre del 2011. E oggi replica, regolando al termine di una gara emozionantissima la svedese Jessica Lindell Vikarby - sempre più leader della specialità - e la ritrovata Mikaela Shiffrin al suo secondo podio in gigante dopo quello di Beaver Creek. Ma è una Lienz che si tinge di azzurro, perchè l'Italia che, coralmente, apparecchia uno show da leccarsi i baffi per gli scatenati tifosi che fin dal primo mattino animano il parterre con cori da stadio, musica e balli. Una cornice pazzesca che esalta Anna Fenninger, mentre la neve ghiacciata esalta le caratteristiche delle nostre atlete: perchè quando il gioco - pardon, il terreno sotto i piedi-  si fa duro, le atlete azzurre cominciano a giocare e a divertirsi parecchio. Sette nelle prime sedici, quattro nella top ten, con Nadia Fanchini e Federica Brignone a vista podio e giù per poco.Quinta e sesta rispettivamente le due ragazze, con Denise Karbon decima, Elena Curtoni undicesima, Francesca Marsaglia dodicesima, Manuela Moelgg tredicesima e Sabrina Fanchini sedicesima. Un qualcosa di mai visto, e che fa sorridere Magoni e tutto lo staff in vista di Sochi.

Ma andiamo con ordine: la prima manche miete già vittime illustri. Perchè Tina Maze e Maria Riesch rimangono in balia della pista, imbarcano acqua e affondano a oltre due secondi dalle prime. Va peggio a Lara Gut, che viene ingannata da un dosso e saluta anzitempo la compagnia. Davvero non conosce mezze misure in gigante la ticinese: una vittoria e un podio nelle due occasioni in cui è arrivata al traguardo, mentre nelle restanti tre gare è uscita. Le ragazze italiane sono quelle che trovano subito la chiave giusta per non venire assorbiti dalla pista, ovvero attaccare. Attaccare duro, come piace dire a Federica Brignone, che infatti ci da di gas, con qualche brivido per dei numeri da circo sparsi qua e là per il pendio. Gas a martello anche per Nadia Fanchini e soprattutto per la sorellina Sabrina, brava a piazzarsi quindicesima malgrado il pettorale quaranta. Ancora più bello il numero di Francesca Marsaglia: partita con il cinquanta, centra uno splendido undicesimo posto parziale. Molegg, Karbon e, seppur con il brivido, Elena Curtoni, completano il settebello azzurro per la seconda prova. Ci va vicina Michela Azzola, ma termina a poco dalla qualifica, mentre Nicole Agnelli deve arrendersi alla schiena dolorante. Intanto lassù in cima, nei piani alti della classifica, danno spettacolo la Lindell Vikarby, la Fenninger e la Zettel, che si danno appuntamento nello stesso fazzoletto di tempo esteso appena quattro centesimi di secondo. Resta attaccata al terzetto di testa la Shiffrin, quarta trentacinque centesimi. Quinta e sesta Federica e Nadia. Pronte a zompare sul podio in caso qualcuna delle big faccia un passo falso. C' spazio anche per la favola di Emi Hasegawa, che dopo oltre cinquanta prove di Coppa del Mondo, riesce finalmente ad accedere alla seconda manche. Nota di colore a parte, le premesse per una seconda manche spettacolare c'erano tutte, e infatti così è stato.

Il primo squillo arriva da Elena Curtoni: lasciatasi alle spalle un periodo difficile a seguito del botto in discesa a Beaver Creek, la valtellinese mette in pista una gran seconda manche. Manuela Molegg prima e Denise Karbon poi la raggiungono nel leader's corner: sebben sia destinato a non durare, quella sinfonia di sorrisi made in Italy è davvero un piacere da vedere: perché al netto delle sfortune che le han colpite a turno, le nostre sono atlete di grande spessore e una prova positiva fa bene al morale e al fisico. Bene anche Sabrina Fanchini - che terminerà poi sedicesima-, mentre Francesca Marsaglia si mette fra la Moelgg e la Curtoni, formando un trenino azzurro di quattro vagoni che resiste fino alla discesa delle migliori. 
Loeseth e Marmottan si prendono la leadership, prima che il ciclone Fanchini spazzi via tutto: Nadia prende la motoslitta e scende a valle con 1"02 sulla francese. Poi è il momento dello show di Federica Brignone, che malgrado qualche acrobazia, chiude seconda a soli undici centesimi dalla compagna. Le italiane han fatto al meglio il loro compito, ora la palla e la scena passa alle migliori: apre Mikaela Shiffrin. Talento e pulizia da campionessa, una discesa splendida che certifica il secondo podio in carriera in gigante. La Zettel si deve inchinare, non la Fenninger, che con l'eleganza del gheaprdo danza fra le porte e fa schizzare alle stelle l'applausometro del tifo locale.  La Vikarby, il cui pettorale si tinge ancora più di rosso dopo oggi, fa quello che può, ma non può nulla per difendere i suoi 2 miseri centesimi di vantaggio, rinunciando così al pensiero stupendo di essere la prima a fare due vittorie in questa stagione. Invece lo champagne è tutto per la bella Anna, nel suo prediletto 28 dicembre. Prossimo giro di giostra a Maribor, poco prima dello show-down Olimpico: verghino siore, c'è ancora posto al gran ballo delle vincitrici in slalom gigante!

Intanto domani è già tempo di scendere nuovamente in pista: c'è uno slalom da affrontare. E questa volta i riflettori saranno tutti sulla sfida fra Marlies Schild e Mikaela Shiffrin. La baby fonder rivuole il suo trono, Marlies non ha ancora intenzione di abdicare: vada come vada, ne vedremo delle belle.