Rinascimento norvegese. Torna dominante la nazione scandinava, prepotente a capo della carovana biathlon. La sprint di Hochfilzen segna il ritorno dei grandi vecchi, fuoriclasse senza tempo. Il meteo gioca a favore dell'artista maledetto Lars Berger. Parte presto, prima di una nevicata fitta e continua che rende umida e lenta la neve, trova una discreta precisione al poligono (8/10) e vola sugli sci. Imprendibile. Alle sue spalle il re mostra la sua classe. In condizioni proibitive, Martin Fourcade gestisce il poligono e senza errori continua la sua striscia sul podio. Terzo e da applausi l'uomo dei record. Ole Ejnar Bjoerndalen chiude con un solo bersaglio mancato e mostra un'ottima condizione sul passo. Resiste all'assalto del connazionale Boe, che, in rimonta, chiude quarto. Settimo Svendsen.
Una buona prova di squadra la fornisce la Germania. Stecca Birnbacher, al rientro dopo il forfait di Oestersund, ma la pattuglia nelle prime quindici posizioni è folta. Ottavo Schempp, decimo Boehm, poi Peiffer e Graf. Proprio Peiffer ha la grande chance, ma sbaglia ancora una volta nel momento caldo. A deludere è la Russia. Nessuno in gara per le posizioni più prestigiose. Il migliore al traguardo è Shipulin, davanti a Malyshko e al regolarista Ustyugov. La forma generale dei colossi dell'Est pare discreta, ma non ancora straordinaria.
Primo degli azzurri Dominik Windisch, ventinovesimo con due errori. Quarantacinquesimo De Lorenzi. Hofer, con quattro errori, finisce oltre la sessantesima posizione, come Markus Windisch. Esordio complesso per il giovane Montello.