Ostersund, un tempio, un luogo di culto per appassionati di sci e carabina. Riparte la stagione del biathlon, riparte dalla Svezia, ma con un obbiettivo chiaro, un pallino indelebile. L'Olimpiade invernale di Sochi, la massima manifestazione sportiva per consacrarsi nel libro degli immortali. Incastonare il proprio nome, stringere tra le mani una medaglia, mettersi al collo il ricordo di un'impresa. Non può essere quindi una stagione come le altre. Soprattutto per chi in Coppa del Mondo ha già vinto e stravinto. Per alcuni saranno semplici tappe di avvicinamento, per altri, meno abituati all'alta quota, test e occasioni importanti. Sarà una staffetta mista, domenica, a dare il via al nuovo corso. Parte la caccia a Fourcade e Berger, dominatori del passato. Campioni, senza rivali. Eppure qualcuno ci proverà. Vediamo chi può dar fastidio al fenomeno francese e alla fuoriclasse scandinava.
In campo maschile, sarà la Norvegia a lanciare l'assalto al trono transalpino. Svendsen è il “nemico” scritto di Fourcade, ma ha già annunciato una stagione da comparsa, per salvaguardare gamba e condizione in vista dell'appuntamento principe. Bjoerndalen è l'uomo dei record. Vuol riscrivere la storia, ancora una volta. Pareva in parabola discendente, poi all'alba dell'anno olimpico, lo squillo di Sjusjoen, nella pre-tappa di Coppa. Una mass start dominata con testa e classe. Una risposta, un monito ai giovani rampanti. E alle sue spalle, terzo, Lars Berger, fulmine, sci ai piedi, pasticcione al cospetto del poligono. La Russia ha una qualità media da brividi. Shipulin, Malyshko, Tcherezov, Ustyugov, una lista senza fine. Difficile non considerarla. Pericolosa più a Sochi che per la generale di Coppa. Poi protagonisti alterni. Birnbacher, uomo di punta della Germania in cerca di conferme. Farà da capofila a un gruppo chiamato al riscatto. Il miglior Pfeiffer potrebbe regalare soddisfazioni ai teutonici. L'Austria, in determinate situazioni, può far male, con l'esperto Sumann e l'altalenante Landertinger. La Slovenia spera in Fak, la Svezia in Bergmann.
L'Italia al maschile parte un passo indietro. La stella è Lukas Hofer. Nelle sprint ha già assaggiato posizioni di riguardo. Nelle gare a maggior gittata fatica a trovare continuità al tiro. L'esperto De Lorenzi guiderà la nostra pattuglia, che punta sull'esplosione definitiva di Dominik Windisch.
Più intrigante la situazione al femminile. Alle spalle di Tora Berger, coadiuvata da Flatland e Solemdal, un ricco parterre, un mix perfetto di giovani e vecchie volpi della disciplina. La Germania, dimenticata Lena Neuner, divina del ghiaccio, riparte con il duo del futuro. Dahlmeier, già in luce lo scorso anno, e Preub hanno le carte in regola per dominare il prossimo decennio. Con loro Miri Gossner, croce e delizia. Ragazza baciata dal talento, non ancora totalmente inserita in una disciplina relativamente nuova per una fondista d'origine. L'aspetto mentale spesso tradisce la bionda tedesca. Confusione e panico al primo errore. La paura e il braccio tremante nel momento più crudele. L'irriducibile Andrea Henkel, campionessa coi fiocchi, a fare da sorella maggiore a un gruppo di schegge impazzite. Sprint e mass start di Sjusjoen hanno dimostrato che per la ragazza di Ilmenau non è ancora tempo di deporre gli sci. Curiosità per Evi Sachenbacher, sciatrice di ottimo livello, che, come molte, ha scelto il passaggio a una nuova disciplina. Dopo un anno di transizione vuole stupire. La Russia non è più la super potenza di qualche anno fa. Le larghe spalle di Zaitseva dovranno sopperire all'assenza di compagne lontane dalla forma migliore. Iourieva, dopo la squalifica per doping, prova a tornare protagonista. Romanova e Yurlova lottano con problemi di peso, Shumilova ha risposto bene. Sleptsova la solita incognita. La Francia punta al successo che manca ormai dai tempi di Sandrine Bailly. Dall'anno scorso poco è cambiato. Le punte sono Brunet e Dorin, splendide piazzate. 16 podi in due, zero successi. Si attende il ritorno al vertice di alcune big latitanti. Domracheva e Makarainen al top nella componente fondo, cercano la rinascita al poligono, mentre l'Ucraina delle sorelle Semerenko è ormai in auge da tempo.
Il futuro azzurro è radioso. L'esperienza di Michela Ponza protegge un gruppo pronto a esplodere. Oberhofer ha già dimostrato di poter inserirsi stabilmente nelle migliori dieci. Wierer e Gontier sono il nostro domani. Dorothea è un'istituzione al tiro. Velocità e precisione. Quasi nessuna come lei. Da migliorare il passo sugli sci. Discorso inverso per Nicole, la cui sicurezza carabina alla mano deve salire di colpi per pensare a traguardi prestigiosi. Insieme hanno dimostrato di essere un gruppo senza crepe, capace di strappare il podio mondiale a Nove Mesto in Repubblica Ceca. Ora si attende il salto a livello individuale.