Spazio Challenger! Torna anche questa settimana il nostro consueto spazio che ricapitola l’andamento ed i protagonisti di tutti i tornei ATP minori della settimana appena passata. Dopo il racconto di Simone Cappelli che ci ha portato nelle pieghe di Biella e Liberec, oggi tocca ai tornei ATP Challenger di Segovia, Chengdu e Lexington.

Partiamo dal torneo cinese, che vedeva ai blocchi di partenza un gran plotone di asiatici. Subito fuori al primo turno l’esperto Kibi, così come Ricardas Berankis, eliminato da Ward, a sua volta costretto ad inchinarsi al ventiduenne Nikola Milojevic, capace di raggiungere la semifinale senza perdere neanche un set. In finale, invece, arriva il numero 108 del ranking Evgeny Donskoy, che elimina proprio il giovane serbo per 7-6, 6-3. Nella parte alta di tabellone, invece, è Yen-Hsun Lu a dominare: percorso ideale per lui, che fa fuori in rimonta Vilella-Martinez e con un doppio 6-1 Yecong He per poi approfittare del ritiro di Kecmanovic, uscito malconcio dalla vittoria per due set a zero contro Zhang. Yibing Wu è l’altro semifinalista: netto il 6-3, 6-1 per eliminare Takahashi in quarti di finale, ma il talentino cinese (appena 17enne) deve piegarsi proprio a Yen-Hsun Lu. Il tennista di Taipei, poi, ha vita facile nella finale contro Donskoy: 6-3, 6-4 per aggiudicarsi il ventottesimo titolo Challenger della carriera.

Spostandoci per il mondo, approdiamo in Spagna, dove ad ospitare il torneo da 85.000 euro di montepremi (cemento outdoor) è il circolo di Segovia. Anche qui, tanta presenza locale e tante sorprese: buona la scalata di uno dei due azzurri in tabellone, il classe 1996 Berrettini, che raggiunge addirittura le semifinali prima di cedere il passo ad un altro next-gen come il diciottenne australiano Alex De Minaur con un tiratissimo 7-6, 7-5. Fuori al primo turno due specialisti del veloce come Gojowczyk, eliminato da Setkic, e Stakhovsky, sconfitto da Diez. Ai blocchi di partenza anche i due fratelli Granollers, ma paradossalmente è il minore, Gerard, a disputare il torneo migliore, eliminando Luca Vanni, il vincitore di Davis Chiudinelli ed il francese Lokoli, prima di capitolare contro Munar; mentre Marcel cede contro lo stesso avversario, ma già in quarti. Alla fine, Jaume Munar corona una settimana da sogno portando a casa anche la vittoria finale: da sfavorito, riesce lo sgambetto al più quotato De Minaur, in una partita dai mille risvolti e colpi di scena, chiusa 6-3, 6-4 in poco più di un’ora. Per il ventenne spagnolo è il primo torneo ATP, che arriva assieme ad un balzo di 101 posizioni nel Ranking, che ora vede scritto il numero 200 accanto al suo nome. La sensazione è che l'ascesa sia solo all'inizio.

Terminiamo il nostro tour in quel di Lexington, Stati Uniti: anche qui cemento outdoor, per un montepremi di circa 75.000 dollari del Kentucky Bank Tennis Championships. Subito fuori al secondo turno il prospetto kazako Alexander Bublik, sconfitto da Koepfer, a sua volta superato da un Cameron Norrie in grandissima forma in quarti di finale. Nell’altro spicchio di tabellone è derby australiano tra il diciannovenne Max Purcell ed il più esperto John Millman. A spuntarla è il numero 152 del mondo, che vince in rimonta 4-6, 7-6, 6-2. Parte bassa del tabellone, invece, per Denis Kudla, che fatica più del previsto contro Bolt e King per poi capitolare al cospetto di un ottimo Sarmiento. Assoluto protagonista, però, è il padrone di casa classe 1998 Micheal Mmoh, che raggiunge le semifinali senza perdere un set contro Saville, Haviland ed il connazionale Nguyen. Più combattuta invece la semifinale con l’altro statunitense Raymond Sarmiento, piegato solo al terzo set per 7-6, 1-6, 6-2. Dall’altra parte, Millman si libera con estrema facilità (6-1, 6-1) di Norrie, ma in finale non può niente contro lo stesso Mmoh, che alza ancora una volta il livello del suo gioco, nonostante scendesse in campo da totale sfavorito, approfittando anche della buona presenza di pubblico (ovviamente dalla parte del beniamino di casa) per risalire dopo il primo set perso e vincere 4-6, 7-6, 6-3.  Anche per lui, primo trofeo di questo livello in carriera.