Al Renzo Barbera è andata in scena quella che probabilmente è stata la partita più noiosa dell’anno. Palermo e Bologna hanno dato vita ad uno spettacolo pietoso, creando giusto un paio di occasioni a testa per il poco pubblico presenta alla “Favorita” in questo sabato santo.
I rosanero, chiamati a vincere per provare a riaprire la lotta per la retrocessione, non hanno sfruttato la scossa arrivata in settimana con il cambio di allenatore. L’arrivo di Diego Bortoluzzi, giunto al posto di Diego Lopez in settimana, non è servito per scuotere l’animo dei siciliani, impassibili per 90 minuti.
Eppure, l’ex vice allenatore di Guidolin ha anche cambiato qualcosa per provare ad accendere i suoi giocatori: il Palermo scende in campo infatti con un inedito 4-3-3 con Fulignati in porta, e non Posavec; Cionek, Sunijc, Andelkovic ed Aleesami in difesa; a centrocampo Bruno Henrique, Jajalo e Chochev e, in attacco, Trajkovski, Balogh e Nestorovski. Donadoni si affida invece al suo classico 11, con Mirante tra i pali, Torosidis, Gastaldello, Maietta e Masina in difesa; Dzemaili, Pulgar e Taider a centrocampo con Di Francesco, Verdi e Petkovic in attacco. Solo panchina per Mattia Destro.
Con i 22 giocatori in campo e l’ok da parte del delegato della Lega, l’arbitro Banti dà il via al match. Fin dalle prime battute è evidente come nessuna delle due squadre abbia intenzione di alzare i ritmi, di rischiare di scoprirsi pur di passare in vantaggio. E se per il Bologna questo atteggiamento è comprensibile, per il Palermo assolutamente no. I rosanero, come detto alla ricerca di una vittoria, non fanno nulla per rendersi pericolosi: Balogh e Trajkovski sbagliano tutti i palloni che transitano dai loro piedi, e lo stesso Nestorovski non è particolarmente preciso. Sono così gli emiliani e fare possesso palla, a provare ad impensierire un Fulignati che, comunque, non è chiamato ad interventi degni di nota. Il primo episodio di rilievo arriva attorno al 25’: Bruno Henrique strappa la palla a Pulgar senza fallo, ma il cileno non è dello stesso avviso e, nonostante il gioco prosegua, comincia a protestare con Banti. Il fischietto livornese interrompe così il gioco e manda il centrocampista negli spogliatoi con un rosso diretto. Potrebbe essere la svolta per la partita, il Palermo potrebbe approfittare della superiorità ma, a parte un bel tiro dell’ispirato Henrique, combina poco o nulla. Anzi, per poco non subisce il gol dello svantaggio: Dzemaili manda in profondità Di Francesco che, a tu per tu con Fulignati, gli calcia addosso, divorandosi lo 0-1. Si va così all’intervallo sullo 0-0, non prima però del primo cambio di giornata: Bortoluzzi ne ha abbastanza di Balogh, e decide di inserire Lo Faso attorno al 40’.
Al rientro dagli spogliatoi, la situazione si capovolge. Il Palermo, grazie anche ad un Lo Faso decisamente più in palla del collega ungherese, cerca con più intensità il gol del vantaggio, ma il possesso palla dei siciliani risulta assai sterile. Serve una giocata di un singolo per provare ad accendere la partita, che puntualmente arriva al 60’: sempre Lo Faso riesce a liberarsi in area e tenta un destro a giro che, per un soffio, va oltre il palo sinistro di Mirante. I pochi tifosi presenti allo stadio provano allora ad incitare la squadra, ma è il Bologna che ottiene un’altra incredibile occasione. Ancora Di Francesco s’invola verso Fulignati ma, ancora una volta, tira addosso al portierino rosanero. Queste due azioni, arrivate una di seguita all’altra, sono le uniche della seconda frazione di una partita assolutamente poco interessante e solo nel finale, dopo l’ingresso anche di Diamanti, il Palermo va ancora vicino al vantaggio con Sallai che, da solo davanti al portiere, dopo un cross deviato, decide di calciare con l’esterno destro piuttosto che col sinistro, sparando alto sopra la traversa. Questa è l’ultima occasione di una partita che, come detto, termina 0-0. Un punteggio che serve poco al Palermo, che con la contemporanea vittoria dell’Empoli scivola a -10 dal quart’ultimo posto, con 7 giornate ancora da giocare.