Nel calcio esistono pareggi che valgono più di un punto, valgono forse più di una stagione che non sta andando per il verso giusto anzi, sta andando verso un'altra direzione. Il pareggio del Pescara contro il Milan è proprio uno di quelli che da morale per il futuro e costringe il pubblico ad avere tantissimi rimpianti per ciò che poteva essere e non è stato per tanti fattori che hanno condizionato la squadra, prima allenata da Oddo, e poi da Zeman. E' un pareggio che, però, fa sorridere proprio il boemo, che sa che l'anno prossimo potrà costruire una signora squadra con giovani di tutto avvenire mischiati all'esperienza di chi potrà e vorrà rimanere anche in caso di retrocessione.
Già, perché ieri per la prima volta in questo campionato i tifosi hanno ammirato la formazione tipo che tutti sognavano di vedere dalle prime partite del campionato, con Fiorillo in porta al posto di Bizzarri, una difesa di tutto rispetto con Bovo e Campagnaro centrali ed il tridente d'attacco formato da Benali, Caprari e Bahebeck che forse rappresenta il simbolo di questa brutta e sfortunata stagione del Delfino. L'altro simbolo, quello del futuro, è rappresentato da Mamadou Coulibaly che, gettato nella mischia a soli 18 anni, ha mostrato una tecnica ed una personalità fuori dal comune e Zeman già stravede per lui.
Il pomeriggio di ieri incarna alla perfezione la stagione del Pescara che gioca bene ed è molto organizzato tanto che l'amato 4-3-3 diventa 4-5-1 in fase di non possesso. Caprari e Benali tornano sulla linea dei centrocampisti ma anche Bahebeck non è esente dalla fase difensiva. Il francese ripiega bene e recupera palloni nella linea mediana del campo. E' proprio da questo pressing che nasce il vantaggio pescarese. L'atteggiamento del delfino però, al contrario dei precedenti match non cambia nemmeno dopo il gol del vantaggio, squadra corta distribuita sui 30 metri mentre il Milan gioca solo ed esclusivamente su Deulofeu, aspettando che lo spagnolo inventi qualcosa, ma Biraghi e Memushaj, almeno inizialmente, lo arginano bene anche se la retroguardia commette solo un errore che diventa letale.
La bella prestazione del Pescara trova il suo coronamento nella ripresa dove il copione rimane quello del primo tempo anche se il Milan alza, ovviamente, il baricentro ma Coulibaly e Muntari (poi Bruno) riescono a lavorare bene in fase di non possesso impedendo a Pasalic e Mati Fernandez di inserirsi tra le linee. Dopo quella a Coulibaly, la menzione va fatta anche per Benali, migliore in campo e sempre pronto al sacrificio ma allo stesso tempo utile in fase di ripartenza come dimostrano le due sortite offensive concluse, però, male. La resistenza pescarese riesce fino alla fine quando Fiorillo e il palo impediscono al Milan di completare una rimonta che sarebbe stata immeritata per ciò che si è visto in campo.
Il pomeriggio termina con la standing ovation dell'Adriatico a Lapadula e gli applausi ai giocatori che hanno onorato la maglia giocando bene a calcio e soffrendo quando c'era da soffrire. Forse questo punto non servirà a nulla per la classifica ma può fungere da base per un futuro migliore con il boemo alla guida.