Diego Lopez si presenta, e lo fa anche con una certa grinta. Il tecnico uruguaiano, il quarto ad occupare la panchina del Palermo dall'inizio della stagione, dopo essere stato presentato dal direttore sportivo Nicola Salerno, fa capire cosa vuole ottenere quantomeno nei primi quattro mesi e mezzo alla guida della formazione rosanero: "Voglio ringraziare il presidente, la società ed il direttore. Essere qui è una grande opportunità, la cosa positiva è che ho conosciuto un presidente che mi ha fatto una gran bella impressione. Mi ha fatto un anno e mezzo di contratto, secondo qualcuno sta pensando già alla B ma non la vedo così. Mi ha detto che ci crede alla salvezza, ci credo anche io altrimenti restavo a casa. Ho avuto altre chance di tornare in panchina, ma ho preferito aspettare. Ho risposto subito alla chiamata di Salerno, dobbiamo trasmettere la voglia di crederci. Il rapporto con Zamparini? Ho avuto l’esperienza con Cellino, ho parlato molto con il presidente Zamparini. Parlare è la cosa giusta, per il campo deve decidere l’allenatore perché è pagato per questo. La chiacchierata, però, va fatta perché il presidente deve vedere quello che fanno i ragazzi in campo. Ha grande conoscenza dei problemi della squadra, bisogna avere un rapporto stretto sia con lui che con Salerno".

Diego Lopez che viene accostato, specialmente se in compagnia di Salerno, a quel Cagliari che nella stagione 2007/2008, capitanato proprio dal Memo, riuscì ad ottenere la salvezza nonostante avesse girato la boa di metà stagione con 10 punti, gli stessi attualmente in dote al Palermo. Ecco le doti che serviranno ai rosa per ripetere questa impresa: "Quel Cagliari aveva dei punti di riferimento, come Daniele Conti, Storari o Cossu. Soprattutto in questi momenti ognuno vuole salvare se stesso, ma questo non l’ho visto nel Palermo perché il gruppo è unito. Sono sulla strada giusta, li ho visti bene fisicamente e sono stati ben allenati. Sono consapevole della situazione della squadra, ho visto che i ragazzi corrono e sono giovani. Bisogna sfruttare tutto ciò a favore nostro".

Uno dei nodi principali attualmente presenti nel pettine del Palermo riguarda la vena realizzativa degli attaccanti. Nestorovski non segna da due mesi, ma Lopez lo ha visto in palla, quantomeno negli allenamenti: "Mi sono subito chiesto se dovevo parlare o no con gli attaccanti. Nestorovski l’ho visto andare a mille, nonostante questo momento doppiamente difficile. Non ho parlato personalmente con lui perché l’ho visto bene, anche se nessuno è tranquillo in questo momento. È un ragazzo serio che va su ogni pallone, questo è un segno importante. La mia idea è di far arrivare palle “pulite” agli attaccanti, i nostri lavorano molto in fase di non possesso ma poi i centrocampisti devono aiutarli in fase offensiva".

Non si può non parlare di mercato, nonostante manchi solo una settimana prima del gong di chiusura della finestra invernale. Lopez fa capire di non voler parlare pubblicamente di ciò che serve alla squadra, dimostrando grande fiducia nei confronti di Salerno: "Sul mercato preferisco che parli il direttore. Lui ha un’idea, ieri ho visto la partita d’allenamento dei ragazzi e ci siamo detti delle cose. Questa squadra va aiutata, il direttore farà il massimo. Sono passati tanti allenatori da qui, questo è un segnale che i moduli sono relativi, non fanno la differenza. Quello che fa la differenza è la cattiveria, come ad esempio nelle rimesse laterali che a volte vengono prese con leggerezza. Noi non dobbiamo regalare niente a nessuno. Io parlo poco, ma in questo momento c’è da parlare perché devo dare la mia idea".

Si passa alla prima sfida che attende Lopez in qualità di allenatore del Palermo. Si gioca sul campo del Napoli, il tecnico uruguaiano non crede che la sua squadra debba presentarsi con il ruolo di vittima sacrificale degli azzurri: "Domenica abbiamo una partita importante contro una grande squadra, non dobbiamo regalare nulla. Senza possesso e cattiveria non si va da nessuna parte, bisogna fare tutto con concentrazione e aggressività. Difficilmente troveremo un Napoli sconcentrato, una squadra di questo livello non sottovaluta le partite. Non stanno pensando al Real Madrid, ma a noi. Conosciamo le loro qualità, già ho accennato questa cosa ai ragazzi. Affronteremo una grande squadra, il mio pensiero è di andare a Napoli per fare la partita e giocare. Se una squadra come il Palermo va lì ad aspettare prima o poi subisce il gol. Servirà coraggio. Il modulo conta poco, a Bologna ad esempio sono passato dalla difesa a quattro alla difesa a tre. Devo provare e valutare se cambiare o no. La mia idea è di giocare a quattro, ma se vedo che non va cambio. La mia convinzione è questa, preferisco il lavoro alle chiacchiere".

La conferenza stampa si chiude parlando di alcuni singoli, che dal suo punto di vista devono prendersi la squadra sulle spalle. Da Giancarlo Gonzalez, che con ogni probabilità è il giocatore di maggiore esperienza, passando per Alessandro Diamanti, arrivato con grandi aspettative ma finora molto deludente: "Non voglio parlare dei singoli giocatori ma della squadra, penso che questo è un momento difficile e vanno aiutati tutti. Gonzalez è un ragazzo che va aiutato e deve migliorare come tutti, sono consapevole della situazione ed ho molta fiducia nel suo lavoro. Diamanti? L’ho incontrato come avversario in campo, lo conosco benissimo. Può ancora dare molto alla squadra, ma anche lui va aiutato e messo nelle condizioni di dare il massimo alla squadra. È un trequartista che corre, un po’ come Cossu che io ho avuto come compagno. Con la qualità che hanno giocatori così vanno messi nella condizione di far bene. Non solo lui, ma anche i giovani che vanno aiutati in entrambe le fasi di gioco".