Robin Quaison non vuole arrendersi di fronte a una classifica decisamente avversa, e più in generale a una situazione poco rosea tra tecnici in bilico e patron intenzionati a disimpegnarsi. Il Palermo sta puntando molto sul talento svedese, e lui, in un'intervista rilasciata per il Corriere dello Sport, fa capire che lo spogliatoio rosanero crede ancora nella possibilità di mantenere la categoria per un altro anno: "Certo che ci crediamo - sostiene Quaison - , non è tempo di vacanze, bisogna mettercela tutta anche se i risultati sono stati altalenanti. Non trascurerei un particolare: abbiamo giocato sempre bene, è mancata un po’ di attenzione nelle fasi cruciali. Serve più concentrazione, soprattutto nei minuti finali. E’ per questo che alcuni punti ci sono sfuggiti".
Quaison fa un ritratto decisamente positivo del suo allenatore. Eugenio Corini sta provando a trarre il meglio da ogni singolo giocatore, e non è un caso che proprio l'ex giocatore dell'AIK Solna sia uno dei migliori dall'arrivo del mister di Bagnolo Mella: "Corini è un allenatore tranquillo. Da ex capitano e arricchito da una lunga carriera conosce le necessità di una squadra. Stiamo bene con lui, c’è feeling. E anch’io, personalmente, ho trovato subito le risposte per rinascere. Il ruolo che ricopro per me non è una novità, preferisco giocare da trequartista, la posizione che Corini mi ha ritagliato. Alle spalle restano solo l’applicazione, la volontà ed essere in sintonia con il tecnico".
Non si può non parlare di futuro per un Robin Quaison che oscilla tra la necessità di trascinare il Palermo fuori dalla zona rossa della classifica, e il fatto di dover decidere il proprio futuro in tempi brevi. Tra cinque mesi e mezzo scadrà il contratto che lo lega al club di viale del Fante, ma per ora il numero 21 ha la mente rivolta solo al campo: "Sarò sincero, per ora esiste solo il Palermo. Ma come si può pensare al futuro se c’è un presente da vivere con intensità? La Premier League è un campionato che mi affascina. E mi fa piacere che si parli in maniera positiva del sottoscritto. Ma prima viene la salvezza, il nostro obiettivo. Come vincere uno scudetto".
Anche perchè domenica c'è da giocare sul campo del Sassuolo, squadra in difficoltà sul piano della classifica - almeno rispetto alle previsioni di inizio stagione - ma che sta pian piano ritrovando fiducia e ha anche nuovamente a disposizione quel Domenico Berardi che rappresenta l'asso nella manica. Quaison, però, vede questa partita come quella che può rappresentare la svolta per il Palermo: "Voglio vincere, a prescindere dalla stima che possano avere nei miei confronti, da chi segna, da chi fa l’assist, da chi gioca bene o male. Ripeto: mi interessano solo i tre punti. La mia rinascita? Il calcio è così, se giochi bene ti applaudono e ti fanno i complimenti, altrimenti ti fischiano e dicono che sei scarso. Non ho mai mollato, ho sempre creduto in me stesso sapendo cosa fare sia come calciatore che come uomo, pronto a prendermi le bocciature e felice di riscuotere consensi. Senza illusioni o depressioni".
Si parla di singoli. Tra un Nestorovski che fa fatica a trovare con continuità la via del gol, e il connazionale Stefan Silva arrivato a Palermo con tanta voglia di fare bene: "Credete veramente che in questo momento sia importante se Ilija ritrova il gol o se Quaison prende la scena? Non si va in campo o per la classifica o per l’allenatore. Siamo un’unica cosa, una squadra, con gli stessi interessi. Silva? Lo conosco da tempo, è un amico. Cerco di aiutarlo in tutto, dal campo alla vita. E spero che sia abitui al più presto. Ha talento, un ottimo piede, è trequartista e punta, numero nove come quello che ha scelto e dieci come i fantasisti. Non ho mai giocato insieme a lui ma a Stoccolma eravamo vicini come lo sono i ragazzi che nascono in periferia, da famiglie di emigranti e hanno voglia di scalare i gradini del successo".
Palermo VAVEL