La miglior prestazione della stagione non porta punti al Palermo. Oltre un'ora di supremazia tattica, di campo guadagnato dagli uomini di De Zerbi e in alcuni frangenti anche tecnica e di energia. Purtroppo, però, è il Milan a lasciare il "green" del "Renzo Barbera" con l'intera posta in palio tra le mani. I rosanero possono uscire dal campo a testa alta, anche se la classifica continua a piangere in maniera evidente. Quinto ko consecutivo per la squadra guidata dal tecnico bresciano, il quale fa segnare un piccolo record al quale avrebbe fatto volentieri a meno: è infatti lui il primo a "resistere" ad una striscia così lunga di ko in gare ufficiali nell'era Zamparini nel club di viale del Fante.
La formazione rosanero ha subìto la pressione, di due generi. Quella esercitata dal Milan nei primi minuti di gioco, con il proverbiale ed esasperato possesso palla palermitano messo a dura prova da autentici velocisti come Suso e Bonaventura, e quella dettata da una classifica resa ancor più complicata dopo il recente blitz dell'Empoli a Pescara. Così, la papera in coabitazione tra Posavec e Aleesami aveva spianato la strada all'ala spagnola per sbloccare il punteggio, ma anzichè far deprimere ulteriormente gli uomini guidati da De Zerbi, la rete fulminea dei rossoneri scuote un Palermo fino ad allora troppo timido ed impacciato. I rosa hanno occupato con costanza, ma senza creare troppi pericoli, la metà campo ospite, con la difesa composta da Paletta e Romagnoli sugli scudi per evitare brutte sorprese.
Sorprese che sono arrivate in positivo, ma per il Palermo, al rientro dagli spogliatoi. Gli imprevedibili ma abulici Sallai ed Embalo hanno lasciato spazio ad un mix di esperienza e spensieratezza: da una parte il navigato Diamanti, che con la giusta freschezza ha potuto mettere al servizio dei propri compagni le doti tecniche che tutti gli riconoscono; dall'altra la sfacciataggine di un classe 1997, Simone Lo Faso, che ha subito dato fastidio alla difesa del Milan. Tante occasioni da gol sono arrivate proprio dalla sua parte, più in generale i rosa si sono affidati di più alla fascia sinistra che non a quella destra, anche a causa della presenza forzata di Cionek in posizione di terzino. Proprio la classe di Alino ha favorito Nestorovski, a segno al "Barbera" per la seconda volta consecutiva con un tiro tanto sporco quanto efficace. Tante occasioni, quantomeno potenziali, per ribaltare per la prima volta in stagione un risultato, poi la beffa firmata Lapadula, ma anche il tifo e gli applausi del pubblico di casa.
Molto bene Bruno Henrique, il quale ha approfittato della presenza di Gazzi e Hiljemark in copertura davanti alla difesa per farsi vedere di più sulla trequarti offensiva, trasformando quasi il 4-3-3 impostato da De Zerbi al fischio d'inizio in un 4-2-3-1. Come detto, Embalo e Sallai hanno provato a dare il loro contributo di imprevedibilità, cambio di passo e giocate sullo stretto, ma non sono stati molto concreti e hanno visto finire la gara dopo poco meno di un'ora. Molto meglio rispetto alle ultime uscite Diamanti, apparso decisamente più fresco e più in grado di giocare negli ultimi 30 metri, come vorrebbe il suo allenatore: l'assist per Nestorovski (sempre tra i migliori in campo) ne è la dimostrazione. E attenzione anche a Lo Faso: il suo impatto potrebbe essere funzionale anche in altre gare del futuro prossimo della squadra. Chiusura dedicata a Posavec: l'errore sulla prima rete del Milan è sotto gli occhi di tutto, così come i miracoli compiuti su Suso nella ripresa. Si tratta di un portiere da far crescere senza mettergli troppe pressioni addosso, altrimenti si rischia il fallimento.