Una tela di Jackson Pollock trasmette sicuramente più tranquillità di una partita del Genoa, di questi tempi. Il fondatore e principale esponente dell'action painting decideva di macchiare le proprie tavole, mentre la squadra di Gasperini decide di macchiare le proprie prestazioni, ma lo fa con un solo colore, non con svariati: il rosso. Partiamo dai numeri: 4 espulsioni nelle ultime cinque partite, tutte dovute a scatti d'ira, e due del giocatore più forte e rappresentativo, ovvero Diego Perotti. La reazione contro Berardi, la gomitata di ieri a Diawara, senza dimenticare la follia di Pavoletti dopo 4 minuti.

Chiaramente giocare qualunque partita con l'uomo in meno è altamente penalizzante. Se capita una volta si passa oltre, ma siamo arrivati a otto rossi in campionato, una partita si e una partita no il Genoa resta in dieci. Assolutamente non facile, specialmente per il povero Gasperini, che giusto ieri ha preso a pugni la panchina come fosse un punching ball al rosso di Perotti, e guardacaso dopo il rosso la squadra si è mentalmente persa, ha cominciato a subire e ha concesso due grandi occasioni. Il Bologna, cinico, ha ringraziato e ha vinto.

Bisogna dire che le espulsioni fanno la loro parte, ma anche alcuni interpreti rossoblu sono a tratti da rivedere e alcuni meccanismi da riaggiustare. Ieri la squadra ha giocato una buona partita per i primi 80 minuti, ma le sono mancati totalmente la fascia destra, essendo Izzo esterno alto troppo adattato e con caratteristiche poco adatte, il regista coi piedi buoni, cioè Tino Costa che sta attraversando un pessimo momento, e il centravanti, che doveva essere Pandev, ancora a secco in stagione. Ieri il macedone se n'è pure mangiati un paio.

Il presidente Preziosi, nel finale di partita, si è detto ovviamente amareggiato per il magro risultato ottenuto, sottolineando anche la frenesia dei suoi, che forse avrebbero dovuto accontentarsi a loro volta dello 0-0 dopo l'espulsione. Così non è stato, e la punizione è arrivata puntuale, tanto amara quanto cercata. 

Dall'altra parte ci sono le note positive, i sorrisi di Gasperini: la difesa, Tachtsidis, Rincon, Laxalt e Gakpè. Non sono troppe, ma sono certezze da cui ripartire, aspettando sempre Pavoletti: senza di lui il Genoa non solo non ha mai vinto, ma non ha nemmeno mai segnato. E anche per la prossima gara mancherà, la complicatissima trasferta di Roma. L'anno rossoblu ricomincerà con il derby con la Samp e con la sfida esterna contro l'Atalanta, con in mezzo anche la Coppa Italia. Gasperini non è più così stabile sulla panchina dopo tre sconfitte consecutive, di cui due interne ed evitabili.