Buona la prima per il Palermo 2.0 di Davide Ballardini. Verrebbe da dire così guardando il punteggio, l'1-1 ottenuto dai rosa contro la Lazio all'Olimpico e con i padroni di casa che sono riusciti ad evitare il secondo ko interno consecutivo solo grazie alla precisione chirurgica di Candreva dal dischetto. Ma chi ha assistito agli oltre 90 minuti tra i capitolini e i siciliani, può tranquillamente affermare che il punticino, per quanto importante ai fini della classifica, rischia di risultare stretto agli ospiti, che hanno condotto gran parte della gara in maniera intelligente, salvo poi cedere un po' sul piano fisico nel finale. La rete di Goldaniga, al debutto dal primo minuto nonchè al primo gol nella massima serie, ha dato ulteriore vigore ai rosanero, i quali hanno giocato in maniera spigliata e sfrontata per gran parte dell'incontro.
Ballardini sembra aver subito dato la propria impronta al nuovo Palermo. Una squadra decisamente più compatta e unita, sia sul piano mentale che nei movimenti di gruppo, rispetto a quanto si è visto nelle prime dodici giornate con Iachini in panchina. Anche uno come Franco Vazquez, abituato a stare al centro della scena, per gran parte della gara si è defilato e ha consentito ai suoi compagni di mettersi in mostra. In particolare, si è visto un ottimo Gaston Brugman: l'Italia pallonara, soprattutto quella che segue da vicino il campionato cadetto, è abituata a veder giocare l'uruguaiano davanti alla difesa, ma la prova dell'ex pescarese da regista avanzato e riferimento tra centrocampo e attacco è stata ben al di sopra della sufficienza, con diversi lampi di classe e passaggi di qualità, come quelli che hanno mandato in porta, nella ripresa, prima Vazquez e poi Chochev.
Una sola ingenuità è costata cara al Palermo: un errore sia sul piano tattico, visto che Hiljemark si è ritrovato in posizione di terzino destro in una comune azione di rimessa della Lazio, sia sul piano individuale, visto che lo svedese ha deciso di affondare il tackle piuttosto che attendere l'aiuto di un compagno sull'affondo di Lulic sulla fascia. In ogni caso, si è visto un Palermo di gran lunga più pericoloso, più attivo e più in palla rispetto alle prime gare di campionato. Una iniezione di fiducia non da poco, visto che domenica prossima si torna al "Barbera" per affrontare la Juventus campione in carica.