L'allenatore Rolando Maran lo ha ammesso venerdì scorso in conferenza stampa: lo splendido ottavo posto della passata stagione ha pesato psicologicamente sul Catania, per buona parte cambiato dopo quella entusiasmante cavalcata conclusa con il raggiungimento del miglior risultato di sempre in serie A.
Quel gruppo è stato probabilmente il più forte di sempre nella storia rossazzurra, le scelte di mercato fatte dalla scorsa primavera fino al 2 settembre sono state già oggetto di prolungata discussione ma, al di là di queste e dello spauracchio di una fantomatica sindrome da "pancia piena", le prime sette tappe del campionato corrente mostrano un Liotro privo del brio e della prestanza che lo hanno issato positivamente di fronte agli occhi della critica.
Non si può più rimanere schiavi del passato, ma solo integrare le novità e rendere compatta il prima possibile la struttura di un gruppo che negli anni ha basato le proprie fortune sulla stabilità e sull’affiatamento: questo è stato e sarà per i giorni a venire l’obiettivo di Maran e dei suoi ragazzi nelle due settimane a cavallo della sosta appena osservata.
E’ un Catania che deve ancora prendere coscienza dei propri limiti e, prima ancora, delle proprie potenzialità, ma soprattutto adeguarsi al ritmo di un campionato di tenore più alto per qualità tecnica e riacquisire uno stato atletico collettivo apprezzabile, principale manchevolezza di questo primo mese e mezzo di stagione.
Sono diversi i ritardi di condizione di quelli che dovrebbero essere gli interpreti nevralgici per il gioco sugli esterni (vedi Leto e Castro) e per la sveltezza e la qualità della manovra (vedi Almiron), cui si aggiungono i problemi di ambientamento di tasselli pensati come sicurezze già formate o almeno da poter consolidare come Tachtsidis e Monzon, ben presto soppiantato da Biraghi sull’out mancino della difesa.
Fattori negativi che si riflettono sulle evidenti difficoltà del centrocampo, fino a domenica scorsa ancora poco fluido e solido, tenuto soltanto a galla dall’indispensabile fare operaio di Izco nonché dall’esperienza e dallo spessore tecnico di Jaroslav Plasil: il ceco, il cui prestito dal Bordeaux è stato ufficializzato nell’ultimo giorno del mercato estivo, è la nota più positiva tra le novità di questo primo scorcio di stagione.
L’esigenza di recuperare il ritmo e la continuità nel gioco viene messa in luce anche da alcuni dati tratti dalle statistiche di squadra in A nel portale della Lega: dopo la settima giornata peggior attacco insieme a Chievo e Sassuolo con 5 reti segnate, quint’ultimo possesso palla, terz’ultimo posto per media tiri in porta, percentuale passaggi riusciti e percentuale pericolosità.
A questo punto dell’annata, tenuto conto dei mutamenti in organico e sul campo oltreché delle premesse non pienamente favorevoli, è lecito confidare in un miglioramento della situazione, anche dalle parole positive pronunciate dal tecnico etneo nella stessa conferenza di venerdì scorso sullo stato mentale del plotone («Adesso siamo più squadra»).
Del resto, la qualità della rosa, fattore curato principalmente dal presidente Antonino Pulvirenti e dal vice Pablo Cosentino nella campagna acquisti, è oggettivamente adeguata all’obiettivo della salvezza e al prosieguo del percorso di crescita; posto che possono essere sollevate riserve su alcune scelte e valutazioni, è proprio in questa fase che la squadra deve mostrare tutta la forza: la trasferta di Cagliari, sabato pomeriggio, e il successivo impegno interno col Sassuolo saranno eventi da non steccare.