Ottima vittoria esterna dei Golden State Warriors che, orfani di Kevin Durant, vincono a Houston, contro una delle contender numero uno ad ovest, i Rockets, orfani di James Harden. Una gara comunque viva, combattuta, vede i campioni in carica reggere l’urto del solito, brillante inizio avversario per rimontare e dilagare, grazie ad una difesa solida ed al solito tiro dall’arco, nell’ultima parte di gara. Top scorer per gli ospiti della baia Steph Curry, che chiude a 29 e 9 rimbalzi con il 50 percento dal campo, ma anche il suo fratello acquisito, Klay Thompson, fa il suo: 28 punti con un 6/9 dall’arco. Draymond Green piazza una tripla doppia, mentre tra i padroni di casa gli acuti sono di Gordon (30), Green (29) e Chris Paul (28).

La gara inizia subito ad alto punteggio: la schiacciata di Iguodala apre il campo al primo parziale ospite, ampliato dalle triple degli Splash Brothers. Pachulia, solo in campo aperto, fa 14-8. Houston riesce comunque a rientrare, con un paio di giocate combinate tra Chris Paul e Clint Capela, prima che lo stesso Paul, d’esperienza, rubi un 2+1 per pareggiare a quota 18. Ovviamente i ritmi sono altissimi, i Rockets passano avanti e trovano anche il tiro da tre con continuità: Gordon e Green, prima della risposta di Nick Young, mettono la firma sul 37-33 a fine primo quarto.

In apertura di seconda frazione è David West a timbrare un paio di giocate nel pitturato, mentre Paul cerca, dall’altra parte, di tenere da solo le redini di una squadra orfana del suo leader. Coninuano ad arrivare punti da Capela e Gordon, ma quando Curry lascia andare il catch-and-shoot da distanza siderale è +1 Golden State. Ariza ed il solito CP3 sparano bene dall’arco, e Houston riesce ad aprire un parziale importante: quando l’ex-Clipper va in penetrazione si tratta di 13-2 per gli uomini di D’Antoni. Klay Thompson si mette in proprio, con due triple, per alleggerire il parziale: si va negli spogliatoi sul 62-65.

L’inizio di terzo quarto è caratterizzato da tanti giri in lunetta, che portano dividendi importanti ad entrambe le squadre, mentre continua a regnare l’equilibrio. Il protagonista che non ti aspetti, con due triple assolutamente folli ed addirittura un gioco da quattro punti cadendo sulla panchina avversaria, è Gerald Green: sua la firma sull’85-79 che sembra dare serie speranza di vittoria ai padroni di casa. Kevon Looney prova ad accorciare, correggendo bene dentro l’errore di Young prima e andando a schiacciare lungo la linea di fondo poi, ma ancora una volta Green, in assoluto stato di grazia, fa +6 con la tripla al tabellone. Quando si attiva la macchina del tiro pesante dei Warriors, però, non c’è difesa che regga: Young, Thompson e Curry a battere la sirena, si va al parziale decisivo 93-90.

In totale, a cavallo di terzo e quarto quarto, Golden State piazza un parziale di 16-1, solo parzialmente attenuato dallo splendido eurostep di Clint Capela. Con otto minuti sul cronometro è +5 per i viaggianti, prima dell’ennesima tripla segnata di Klay Thompson.  CP3 continua a fare male col pick n roll, e c’è spazio anche per un altro centro, dall’angolo, di un folle Gerald Green. Houston però ha oramai perso contatto, e fatica a ritrovarlo: Klay sbaglia una tripla facile, ma si ritrova di nuovo la palla e fa centro da distanza impossibile. West e McCaw, a rimbalzo offensivo si fanno valere e portano a casa quattro punti importanti, prima che Paul provi a rimetterla in sesto con la bomba, dal palleggio, del -7 con 3:37 sul cronometro. Steph Curry continua però a scherzare con il suo marcatore diretto, e quando la tripla in faccia a Green trova solo la retina iniziano a scorrere i titoli di coda. Alla sirena è 124-114 per i campioni in carica. 

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About the author
Stefano Fontana
Ventenne. Ex-Liceo Scientifico abruzzese, trapiantato a Bologna nella facoltà di ingegneria informatica. Da sempre malato di calcio, fede rigorosamente rossonera, alla quale nel tempo si è aggiunta quella biancorossa dei Gunners. Con gli anni ho imparato ad amare tennis e basket NBA, grazie rispettivamente a Roger Federer ed alle mani paranormali di Manu Ginobili. Aspirante chitarrista con poche fortune. Non rifiuto mai una birra gelata.