L'illusione che ci potesse essere una gara a Flachau è durata poco. Giusto lo spazio di assistere all'ennesimo trattato di slalom vergato da una Mikaela Shiffrin indiavolata e capire che alla pur ottima Bernadette Schild sarebbe servito un vero e proprio miracolo per togliere all'americana l'ennesimo successo della sua carriera.
E dato che chiedere agli Dei dello sci di agire contro la loro prediletta sa di blasfemia, alla sorellina della leggenda austriaca non resta altro che esultare per un ottimo secondo posto. O, se vogliamo, il primo posto delle umane. Perché la seconda manche messa giù dalla Shiffrin - a proposito, trentesimo successo in carriera in slalom and still counting - è una mazzata per le velleità di vittoria dell'austriaca, letteralmente tirata giù da un pubblico da brividi. E la sua esultanza al traguardo, dice molto più di mille parole sullo stato d'animo (oscillante fra la frustrazione e la rassegnazione al fatto che, salvo errori di Mikaela, non c'è trippa per gatti fra le porte strette) che pervade le rivali dell'americana. Frida Hansdotter compresa, che prova ad accendere la miccia con una discesa a tutta ma che alla fine le è buona solo per raccogliere il terzo posto finale.
Nell'ennesimo banchetto pantagruelico della Shiffrin - che complici le docce anticipate di Holdener e Vhlova mette una seria ipoteca sull'ennesima coppetta di specialità - c'è spazio anche per un raggio di sole in tonalità azzurra. Il merito è tutto di Chiara Costazza, che con una seconda manche tutta grinta artiglia una bella sesta posizione dopo aver faticato nella prima.