Un'Italia solidissima e coraggiosa arriva seconda nella pazza staffetta maschile di Oberhof. Il quartetto azzurro composto da Bormolini, Hofer, Windisch e Chenal limita i danni al poligono in una gara caratterizzata dalla nebbia fittissima e dalla visibilità quasi inesistente e riesce ad ottenere un risultato insperato alla vigilia. E pensare che la squadra italiana è stata addirittura al comando della competizione fino all'ultima sessione di tiro, quando il valdostano Chenal è stato costretto a percorrere un giro di penalità ed è stato sopravanzato dal più quotato Fredrick Lindström, che ha regalato alla Svezia (Ponsiluoma, Nelin, Samuelsson, Lindström) un successo incredibile, il primo in assoluto per la staffetta svedese. Terza arriva la Norvegia, priva di Johannes Bø e Emil Hegle Svendsen, brava se non altro ad agguantare il podio, mentre le altre favorite della vigilia sono letteralmente naufragate al poligono. 

Non vedevamo una staffetta di questo tipo da diversi anni. Per trovare una gara del genere dobbiamo tornare indietro al 2012 e il contesto è lo stesso di quello odierno: Oberhof. In quel caso a rendere la competizione oltremodo imprevedibile fu il forte vento e a spuntarla fu proprio l'Italia. Evidentemente gli atleti azzurri gradiscono particolarmente le condizioni avverse della località della Turingia. 
La staffetta italiana, inoltre, non otteneva un podio proprio da quella folle competizione del 2012. Si tratta di un risultato totalmente inaspettato, ma che premia il rendimento elevato di Hofer e Windisch e la crescita di Bormolini e Chenal. 

Già al primo poligono si capisce che la gara odierna sarebbe stata una lotteria, quando in diversi sono costretti a percorrere il giro di penalità. Tra questi c'è anche Thomas Bormolini. L'atleta lombardo riesce, però, a limitare bene i danni e a chiudere la sua frazione a 40 secondi dalla squadra leader, il sorprendente Belgio
La staffetta belga chiude addirittura al comando anche la seconda frazione, ma da dietro risalgono prepotentemente Italia e Svezia, con Hofer e Nelin che fanno gara parallela e sono tra i pochi a sbagliare poco al tiro. Tutti gli altri commettono errori su errori, come raramente abbiamo visto in una gara di biathlon. 
Dalla terza sessione di tiro in avanti, la visibilità diventa ridottissima e più volte si è pensato ad un'interruzione. Alla fine i giudici decidono di portare a termine la gara e ne approfittano proprio Svezia e Italia. 

Per la squadra azzurra c'è da segnalare uno spettacolare Dominik Windisch che, come era già successo nella staffetta di Oestersund, porta a casa un clamoroso dieci su dieci al tiro, mentre quasi tutti faticavano terribilmente a colpire i propri bersagli. 
La grandissima prestazione di Windisch consente all'Italia di cambiare per l'ultima volta con un minuto di vantaggio sul resto della concorrenza. L'ultimo frazionista azzurro, però, Thierry Chenal, è solo alla sua terza tappa di Coppa del Mondo e se la deve vedere con un atleta che vanta podi e vittorie in questo contesto: Fredrik Lindström. 

Lo svedese conferma di essere un biathleta di assoluto livello effettuando una frazione quasi perfetta. Per lui un solo errore al poligono ed un passo sugli sci molto sostenuto. Chenal, dal canto suo, si dimostra solidissimo a terra, dove copre tutti i bersagli, mentre paga dazio in piedi ed è costretto ad imboccare il giro di penalità. 
L'azzurro riesce, però, a difendersi dall'attacco della Norvegia, rappresentata da un certo Tarjei Bø, che si deve accontentare del gradino più basso del podio. 
Quarta, invece, la Russia che manca ancora una volta l'appuntamento con le prime tre posizioni. Quinta la Francia, male la Germania solamente sesta.