Niente di nuovo dal pendio dello slalom. Porte chiuse per tutte nella riserva privilegiata di Mikaela Shiffrin, regina baciata dagli dei dello sci, la cannibale dal viso acqua e sapone che nella vita conosce un solo verbo: vincere. Quarantesima tacca nel personale carniere, e una striscia che sembra potersi prolungare all'infinito, senza che le avversarie riescano a trovare le debite contromisure. Basta una tranquilla discesa, con tanto di piccola sbavatura nel finale come piccolo lusso da potersi tranquillamente concedere senza compromettere il risultato finale, per mettere l'ipoteca sul successo finale.  

E così a Frida Hansdotter e Wendy Holdener altro non resta che pagare il salato tassametro (rispettivamente 1"64 e 1"87, disperso il resto del gruppo che prende distacchi da sci in bianco e nero) ed applaudire al parterre alle imprese della fuoriclasse del Colorado, confidando in un granello che riesca, se non a inceppare, perlomeno a rallentare una macchina che al momento pare perfetta sotto tutti gli aspetti. Lo sperano loro, lo sperano le tante giovani che da dietro provano a farsi largo alla ricerca del loro personale posto al sole. Chiude quarta Petra Vhlova, fa vedere ogni volta cose buone Melanie Meillard, prosegue la crescita di Estelle Alphand, figlia d'arte che per diventare grande ha scelto la Svezia, patria della madre. Se mette assieme due manche, può fare strada.  

Talenti luminosi, ma che al momento rischiano di trovarsi nella frustrante situazione di dover prendere solo le briciole lasciate dalla Signora là davanti: nove centri in stagione, il settimo nelle ultime 8 gare, il ventinovesimo complessivo in slalom. Numeri impressionanti, soprattutto rapportati alla giovanissima età della Shiffrin, con buona pace anche di chi, scrivendo delle gare, deve scervellarsi ogni volta per trovare nuovi aggettivi da appiccicare alla bambina venuta dallo spazio.

Poco da fare per le azzurre: Manuela Moelgg esce nella seconda, Chiara Costazza (dodicesima e migliore delle nostre) e Irene Curtoni litigano con la pista e chiudono lontano dalle zone alte della classifica.