Un'altra prova monstre, un'atleta per cui - sinceramente - diventa sempre più difficile trovare aggettivi e titoli. Mikaela Shiffrin vince ancora, e lo fa al termine di un'altra lectio magistralis di slalom speciale divisa in due parti, accomunate dal filo rosso della perfezione, tecnica e stilistica. Quanto alla gara e alla lotta per la vittoria, questa di fatto era già chiusa al termine della prima manche, quando la bambina che viene dallo spazio ha prenotato il gradino più alto del podio e ha esposto alle avversarie un bel cartello con su scritto lasciate ogni speranza o voi che entrate.
L'americana fa 38 in carriera sulla pista che giusto un anno fa l'aveva vista incredibilmente uscire nel corso della prima manche. Torna marziana Mikaela, e farlo nel posto che l'aveva fatta scoprire umana da un gusto tutto speciale. Il fatto che poi questo sia il suo terzo sigillo sulla pista di Zagabria è un'ulteriore chicca a una stagione da record che ancora deve scrivere il suo capitolo più importante, fra un mesetto o giù di lì. Mentre dietro, le avversarie fanno nuovamente i conti con la dispersione imposta dalla Regina assoluta dello slalom: Wendy Holdener, le cui illusioni di vittoria erano già state belle e impacchettate in valigia al termine della prima frazione, si prende ulteriori 18 centesimi nel travolgente rush finale dell'americana, Hansdotter chiude il podio e paga un pegno di oltre 2 secondi. A chiudere la top five, una stoica Petra Vhlova - che si trova come fastidiosa compagna di viaggio una febbre vicina ai 38° - e Bernadette Schild.
Fra le azzurre, miglior risultato è il quindicesimo posto di Irene Curtoni, più indietro Manuela Moelgg (ventiquattresima) e Chiara Costazza, che pasticcia nel corso della sua discesa e chiude al ventottesimo posto. Fuori nella prima manche Michela Azzola e Roberta Midali.